Omelia di Domenica 12 giugno 2022 - Santissima Trinità, Anno C
Oggi è la festa di Dio, un Dio - ci ha appena ricordato la liturgia - che è insieme una e tre persone. Che è come dire: Dio non è un Essere solitario o isolato, è invece un NOI, una famiglia, una comunione di persone (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo). Se dunque oggi è la festa di Dio uno e trino, in questa mia omelia voglio parlarvi di Dio. E lo faccio utilizzando la mia esperienza. Procedo per punti come mi piace fare.
1) Se il perché della mia vita si chiama Dio, posso affrontare ogni cosa. La fede in Dio non rende le cose facili, le rende affrontabili. O meglio, pur non rendendo la vita più facile, la rende però più bella. Credere è scoprire che val la pena vivere. Essere credenti è avere sempre un motivo per andare avanti. Sappiamo tutti chi fu Primo Levi. Se Primo Levi fu quello che arrivò a dire: C'è Auschwitz, dunque non può esserci un Dio, fu però anche quello che ammise: Ad Auschwitz notai che avevano maggiori possibilità di sopravvivenza coloro che avevano una fede.
2) A chi mi chiede che prove ho per dire che Dio c’è, io rispondo con le parole di don A. Ravagnani: Non vedo Dio ma vedo continuamente persone toccate da Dio. E io aggiungo: la prova dell’esistenza di Dio risiede in una profonda esperienza personale.
3) Voglio dirvi una cosa che è tutta mia: tra me e Dio, il momento più proficuo è il mattino presto. Mi alzo ogni giorno tra le 5.30 e le 6, mi metto davanti a un grande crocifisso che è nel mio studio e lì, pregando, ricevo pace, ogni turbolenza si calma e sento bonaccia, o, per dirla col profeta Elia della lettura della Messa di venerdì, mi sento come raggiunto da una brezza leggera. Ecco perché dico: se andrò in Paradiso, lo dovrò alle mie mattine; se mi salverò, lo dovrò al mattino presto delle mie giornate.
3) C’è poi un’altra domanda: come s’arriva all’incontro con Dio? Risposta: nel caso mio, l’incontro con Dio lo devo a una lunga lista di nomi, di volti, di esperienze che me lo hanno fatto incontrare. In tutti i modi, un vero credente coglie i segnali della presenza di Dio ovunque. Faceva così Francesco d’Assisi, per il quale tutto era un motivo per lodare Dio.
4) La via migliore per incontrare Dio è l’amore. Quando si ama veramente ci si sente un po' più vicini a Dio. Se Dio, dice la Bibbia, è amore, ogni esperienza di amore è come un assaggio di Dio, è sentire il profumo della sua vicinanza. Sentite cosa disse S. Agostino: Innamorarsi di Dio è la più grande storia d’amore; cercarlo è la più grande avventura; trovarlo è la più grande conquista.
5) Ho un’ultima domanda: Come agisce Dio nella vita delle persone? Tra le tante, scelgo due risposte. La prima la enuncio così: Tu puoi anche non credere in Dio, ma Lui non smetterà mai di credere in te. La seconda è questa: Dio è come un sarto, che cuce e ricuce le mie speranze. Le persone si riparano, non si buttano via. Dio fa così: crea, aggiusta, perdona, rialza ma mai butta via. Oggi non si ripara più, si butta via e si compra l’articolo nuovo. Ripeto: Dio non fa così. A proposito, voglio riferirvi di due sposi, con 62 anni di matrimonio, i quali interpellati proprio sul tema del matrimonio han detto: Noi veniamo da una generazione in cui le cose che si rompevano, non si buttavano via ma si riparavano.
Concludo con le parole di un santo:
Nei momenti felici, sono grato a Dio. Nei momenti difficili, cerco Dio.
Nei momenti in cui mi sento solo, invoco Dio.