Omelia di Domenica 19 giugno 2022 - Corpus Domini, Anno C
C’era un ragazzo, ebreo, che aveva molti interessi e curiosità. Era da mesi che in casa, e fuori, sentiva parlare di un certo Gesù di Nazareth. Ne sentiva parlare come di un uomo speciale, fascinoso, che nel parlare, incantava. Bè, un bel giorno venne a sapere che questo Gesù era nei paraggi e lui allora non volle assolutamente perdersi quest’occasione. Disse tra sé e sé: Lo voglio vedere! Anche per poter dire agli amici: Io l’ho visto!
Essendo un ragazzo organizzato e previdente, e sapendo che Gesù era, sì, nei paraggi ma non proprio dietro l’angolo, si fece dare dalla mamma un pò di merenda. Partì e in poco tempo arrivò dove era Gesù: c’era già tantissima gente, si fece spazio tra le persone e riuscì addirittura ad arrivare in prima fila, a pochi metri da Gesù. E’ come quando si va a Roma dal Papa. Si dice: ero in 1^ fila, gli ho dato la mano e lui m’ha chiesto il nome. Ma rimaniamo al nostro ragazzo: era contento e trepidante. Mentre Gesù parlava, diceva tra sé e sé: Ma quant’è bravo! Quando Gesù ebbe finito di parlare, il ragazzo, essendo lì vicino, colse questa frase degli amici di Gesù: Gesù, congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta. Sentendo così, il ragazzo tirò per il vestito uno degli amici di Gesù per dirgli che lui un pò di cibo l’aveva. Quello vide cosa aveva (5 pani e 2 pesci), ma lì c’erano migliaia di persone a cui provvedere. La cosa comunque fu riferita a Gesù. Ed ecco la sorpresa: Gesù disse che quei 5 pani e 2 pesci gli andavano benissimo e quindi chiese che gli venissero portati. E cosa accadde? Che con quel poco riuscì sfamare quella smisurata folla.
Ecco con mie parole il Vangelo di questa 3^ domenica di giugno. Tra i diversi spunti di riflessione che il racconto evangelico offre, scelgo questo. Nel gesto del ragazzo che offrì gratis la sua merenda mi piace vedere, vista la giornata dell’Avis che celebriamo qui a Calerno, la gratuità di tutti coloro che operano nel volontariato, cattolico e civile.
> Se il mondo propone 2 motti (Il tempo è denaro e Per niente nessuno fa niente), Gesù non la pensava così. E infatti pronunciò parole di segno contrario, tipo: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Per Gesù il tempo non è denaro, per Lui il tempo è lo spazio dell’amore, uno spazio in cui la generosità è un investimento e il donarsi il modo migliore per fare felici gli altri e se stessi. Con un gioco di parole, dico: chi fa volontariato, più che segno di un altro mondo, è il segno di un mondo altro, in cui il calcolo, l’interesse, il profitto e lo sfruttamento sono in posizioni perdenti. Chiaramente il volontariato non ce la fa a far fronte a tutti i bisogni, il suo è solo un segno, un segno però che semina speranza. Al volontario non spetta risolvere tutti problemi, neppure Gesù guarì tutti i malati, gli zoppi, i ciechi e i muti della sua terra. Dal volontariato non ci si aspetta miracoli: i miracoli li fa Dio, nostro compito è amare le persone che Dio mette sul nostro cammino, a noi è chiesto non l’impossibile ma di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità.
Signore, il grazie di coloro che tu sfamasti con appena 5 pani e 2 pesci, è anche il nostro grazie per tutti coloro che mettono a disposizione del prossimo bisognoso, i propri 5 pani e 2 pesci, vale a dire il proprio tempo e le proprie risorse di amore e di soccorso.