Omelia di Domenica 3 luglioi 2022 - XIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
Il Vangelo di questa domenica racconta la prima esperienza di annuncio del Vangelo che fece un nutrito gruppo di discepoli di Gesù, 72 dice il testo evangelico. Probabilmente quel giorno Gesù disse: amici cari, è già da un po' di tempo che siete con me, vedendo quel che dico e quel che faccio. Ora tocca a voi, è ora che pure voi diate inizio all’annuncio del Vangelo. Non solo io, anche voi dovete farvi carico dell’annuncio del Vangelo. Si spiega così l’inizio del Vangelo di questa domenica: il Signore designò altri 72 e li inviò a 2 a 2 in ogni città.
Mi colpisce l’invio 2 a 2. Perché Gesù li inviò in coppia? Il testo non lo dice. Una cosa però mi sento di dire: Gesù, tu sei sempre previdente e saggio, sai bene che quando si è soli c’è il rischio di sentirsi soli, e allora cos’hai fatto? Hai inviato i tuoi amici non singolarmente, ma 2 a 2. A Gesù premeva e preme che si cammini insieme, l’uno a fianco dell’altro, unendo le forze, il coraggio, le paure, le idee, i sogni. Credetemi, non dovette essere facile andare per la prima volta di casa in casa ad annunciare una cosa, allora nuovissima, come il Vangelo. Ora, l’essere in 2 faceva dire: c’è qualcuno con me. Dunque, una prima conclusione da tirare è questa: insieme o soli non è la stessa cosa. Occorre però stare attenti a una cosa: insieme non vuol dire ‘essere accanto’ ma ‘essere insieme’. ‘Insieme’ non è coabitare ma incontrarsi. Chiedo: nelle nostre case siamo semplicemente uno accanto all’altro, o siamo insieme?
> Ancora. Che Gesù abbia inviato i suoi discepoli in coppia fa venire in mente le coppie vere: marito e moglie, due fidanzati, l’amico/a del cuore. Non scorderò mai una frase che mi disse una coppia di sposi: Don, il bello di un matrimonio è che dove non arriva uno, arriva l’altro. La cosa stupenda è questa: Dio pone vicino a ciascuno, persone buone, persone di luce, persone la cui compagnia è una grazia. Come a Maria, anche a ciascuno di noi, Dio invia un Angelo. Dio manda Angeli in ogni vita, accanto a ognuno: sarà il fidanzato che hai trovato, sarà la moglie o il marito, saranno i tuoi bimbi, sarà un prete o un educatore a te particolarmente caro. Io credo molto agli Angeli: non a quelli che con le ali che ti raggiungono da chissà dove, ma a quelli che, in carne e ossa, Dio ti pone accanto e ti cambiano la vita. Racconta la Bibbia che Isacco fu salvato e risparmiato dall’ uccisione, grazie all’intervento di un Angelo. Ecco perché mi piace vedere in quel 2 a 2 del Vangelo, ciascuno di noi col proprio Angelo: una sorta di duetto imbattibile, un asse di ferro, un’alleanza di felicità. Questa mattina torniamo a casa con questa domanda: qual è l’Angelo che Dio ha posto accanto a me e che per me è una provvidenza?
Non siamo fatti per vivere come atomi, ma insieme. Una delle prime frasi della Bibbia è: non è bene che l’uomo sia solo. C’è forse qualcuno che pensa che la felicità ce l’abbia chi sta in un cantuccio, solo e isolato? Tra l’altro, a rimanere soli si rischia di diventare orsi, privi cioè di quelle buone maniere a cui invece le relazioni educano. Chi vive sempre e da solo in una foresta, qualche limite relazionale ce l’ha. Io credo che una delle ragioni che ha indotto Gesù a istituire quella comunità che si chiama ‘Chiesa’ sia anche questa: insieme ci si incoraggia, insieme ci si aiuta, insieme ci si educa, insieme ci si umanizza! Dopo una giornata dura non fa piacere entrare in casa ed essere accolti da un sorriso? Ricordo una cosa che diceva a noi bambini la mia maestra: Ogni giorno offri un sorriso a qualcuno. E quando il nostro vivere insieme è tra persone di fede, si arriva ad assumere i tratti di Dio. Le parole gruppo e comunità dicono che per tutti c'è un riparo. E perché il gruppo non rimanga chiuso ho un suggerimento: non cerchiamo solo quelli con cui ci piace stare, cerchiamo anche quelli che han bisogno di quell’attenzione che nessuno dà loro.
Gesù, quel ‘2 a 2’ di cui ci hai parlato nel Vangelo,
ci stimoli a vivere più da fratelli.