Omelia di Domenica 30 ottobre 2022 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
Questa domenica ci mette innanzi un gioiello di Vangelo. Siamo a Gerico, in Palestina, e lì avviene l’incontro tra Gesù e un uomo di nome Zaccheo. Ed è grazie a quest’incontro che quest’uomo cambia vita.
Tre cose mi piace sottolineare di questo episodio.
La prima - Zaccheo da tempo cercava d’incontrare Gesù e quando lo incontrò scoprì che anche Gesù lo stava cercando. Il cercatore si accorge di essere cercato. Avviene come quando un ragazzo dopo mesi di corteggiamento riesce finalmente a ottenere il sì dalla ragazza tanto desiderata... e cosa scopre? Che anche lei da tempo provava interesse per lui. Bene, così fu per Zaccheo e Gesù: il loro incontro fu l’esito di due ricerche, l’approdo di due desideri, il risultato di un tendere l’uno verso l’altro. Ora, anche per il credente è così: nel cercare e nell’incontrare Dio, scopre che Dio da sempre era alla ricerca di lui.
Seconda cosa – Quando i due s’incontrano, subito Gesù dice: Zaccheo scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua. Dice devo. Non dice posso, ma devo. Non dice “ti va che venga a trovarti?” ma “devo venirti a trovare.” Era un intimo bisogno di Gesù incontrare Zaccheo. A Gesù mancava qualcosa, mancava Zaccheo. Che per noi vuol dire: Lui desidera me più di quanto io desideri lui. A Gesù manca ognuno di noi, per cui ci vuole, ci desidera. Gli manca l'ultima pecora, gli manca il più reietto degli esseri umani per abbracciarlo e convertirlo. Le parole di Gesù devo fermarmi non dicono un semplice passaggio e nemmeno una visita di cortesia, ma il suo desiderio di prendersi tutto il tempo che serviva per poter incontrare Zaccheo La visita di Gesù a Zaccheo non era una tappa del viaggio, ma la meta. Morale: io don Fernando e ciascuno di voi non siamo uno qualunque ma qualcuno che Dio ha nel proprio cuore da sempre, siamo il suo sogno, siamo la sua ragion d’esistere. A questo autoinvito di Gesù, Zaccheo che fa? Mette in moto il proprio corpo e il proprio cuore. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia dice il testo. Notate: Zaccheo non deve prima cambiare vita, per essere degno d’incontrare il Signore. No. Gesù entra in casa sua, ed entrando lo trasforma. L'amicizia anticipa la conversione. La relazione produce il ravvedimento. Dio non fa prediche ma si fa amico, e così facendo, fa rinascere. Il peccatore scoprendosi amato, diventa un altro. Gesù ti prende come sei per non lasciarti così come sei. Nella vita cristiana tutto è preceduto da un ‘sei amato’. Non sono mai state le idee a cambiarci la vita, ma l'incontro con certe persone. Non è l’amore/idea che ti cambia ma l’amore di una precisa persona. Zaccheo prima incontra, poi si converte. Ci son ragazzi di Calerno e S. Ilario che si stanno riavvicinando a Dio grazie all’incontro avuto con don Alberto Ravagnani.
Terza cosa - E vengo così alle parole di Zaccheo: Signore, dò la metà dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno restituisco 4 volte tanto. Si tratta di una risposta molto interessante, su cui mi soffermo un pò. Perché Zaccheo, anziché dare la risposta che ha dato non ha detto: Ti prometto Gesù di essere più gentile con mia moglie. Ma perché non era quello il suo vero punto debole, che invece era l’eccessivo attaccamento ai soldi. Vedete, tutti noi non abbiamo le stesse debolezze, le stesse tentazioni, gli stessi difetti. Ciascuno ha la sua propria debolezza ed è lì che deve lavorare.
*C’è chi è particolarmente debole nel campo della purezza e della sessualità.
*C’è chi è particolarmente debole nel campo dell’attaccamento ossessivo al denaro (v. Zaccheo).
*C’è chi è particolarmente debole nel campo della superbia credendosi più di quel che è.
*C’è chi è particolarmente debole nel campo del pettegolezzo e dei giudizi.
Grazie Zaccheo dell’esempio di cambiamento di vita, che ci hai dato.
Questa mattina torniamo a casa forti del tuo esempio.