Omelia di Martedì 1 novembre 2022 - Festa di Ognissanti
Oggi è la festa di tutti i santi. Chi sono i santi? Non dico i santerellini, ma i santi? Quanti sono? Dove risiedono? In Cielo? Ad alcune di queste domande risponde la prima lettura della Messa: Udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo santo: una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Ecco i santi: sono una moltitudine sterminata e se ora sono in Cielo, è perché l’hanno meritato con una vita qui sulla terra vissuta nel gradimento di Dio.
Dice un racconto ebraico: Un giorno il rabbino chiese ai discepoli: ‘Dove sta Dio?’ Ed essi risposero: ‘Ma come maestro, ci hai insegnato tu che Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo. E il rabbino: ‘No, mi sbagliavo, Dio non è in ogni luogo, è là dove lo si lascia entrare!’ Ecco chi sono i santi: non i più intelligenti, non i più capaci, non coloro che non sbagliano, non i bigotti o i maniaci religiosi, ma coloro che lasciano entrare nella propria vita Dio, dandogli carta bianca. Una cosa del genere la possiamo fare tutti, intelligenti e meno intelligenti, poveri e ricchi.
Provo a fare l’identikit del santo, oggi.
1) Ha detto p. E. Ronchi: Dio non lo si dimostra, si mostra. Che è come dire: non vedo Dio ma vedo continuamente persone toccate da Dio. Dio è raccontato nella vita dei santi. I santi sono la miglior dimostrazione dell’esistenza di Dio. C’è forse qualcuno che riesce a comprendere persone come M. Teresa di Calcutta o S. Francesco separandoli da Dio? In questi santi Dio è entrato a far parte della loro carta d’identità. Ci sono poi dei santi, i martiri, che ci ricordano un’ulteriore cosa: che non val la pena essere al mondo se non si ha un motivo per cui vivere e per cui morire.
2) Ancora. Santo è l’uomo dal cuore plurale. E voglio dire: il santo vive un amore che va in tante direzioni: ama Dio, ama il prossimo, ama i nemici, ama la Chiesa e il Papa, ama i poveri, ama i non amabili, ama i non credenti, ecc. Insomma, nessuno è escluso dalla sua attenzione. Santo è anche colui che tratta bene chiunque, sia chi lo rispetta e lo stima, sia chi lo disturba o lo offende. Ecco cos’è un cuore plurale.
3) Santo non è l’opposto di peccatore. L’alternativa non è o santi o peccatori. La santità non si misura dall’assenza o dal numero dei peccati, ma dal bene seminato lunghi i solchi delle proprie giornate.
4) E concludo col dirvi una caratteristica dei santi che traggo da un documento del Papa: Mi piace vedere la santità del popolo di Dio come un riflesso della pazienza di Dio: quella pazienza che è nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli; negli uomini e nelle donne che lavorano per portare a casa il pane; nei malati; nelle suore anziane che continuano a sorridere. E in questa costanza nell’andare avanti giorno dopo giorno, vedo la santità della Chiesa. Chiamo tutto questo la santità della porta accanto.
“Dio Padre, muovici a santità. E tu B. V. Maria, la santa per eccellenza,
affiancati a noi e trasmettici la tua santità.”