Omelia di Domenica 12 febbraio 2023 - VI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Per noi cristiani, ogni domenica è scuola di vita e ogni volta torniamo a casa più ricchi interiormente. Tante sono le parole di Gesù riportate nel Vangelo che abbiamo ascoltato: mi soffermo su un paio di esse.
1) Chi dice al proprio fratello stupido, sarà sottoposto a giudizio e chi gli dice pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Qui Gesù ci ricorda il peso delle parole. Certe parole non lasciano mai le cose come sono, perché o scuotono o allietano o feriscono. C’è chi, sentendosi dire ti lascio, va in depressione come chi, sentendosi dire ti amo, tocca il cielo con un dito. Per il Vangelo il tema parole/linguaggio è molto importante perché le parole che dici dicono chi sei, dicono le tue intenzioni malvagie o buone, rivelano qualcosa di te. E proprio per questo, dice Gesù, da esse può fin dipendere il tuo destino eterno. L’espressione fuoco della Geenna fa riferimento al ‘rischio-inferno’.
Che esagerazione, potrebbe dire qualcuno. No! Perché certe parole uccidono, non il corpo d’accordo, ma il cuore sì. Il Vangelo paragona l’inferno alla Geenna. Cos’era la Geenna? Era l’immondezzaio, la discarica di Gerusalemme. La Geenna era quel vallone alla periferia di Gerusalemme, dove si bruciavano le immondizie della città, da cui saliva un fumo acre e cattivo. Gesù, dicendo ‘Geenna’, voleva dire: se tu disprezzi e insulti qualcuno, fai della tua vita una spazzatura, rendi te stesso un immondezzaio. Gesù dunque questa mattina ci dice: occhio alle parole che usi! Per esempio tra amici e tra sposi non si devono sentire certe parole, semmai poi scusandosi dicendo che era uno scherzo. Proprio per il peso che hanno, certe parole possono minare l’unità del matrimonio o la bellezza di un’amicizia. Tra coniugi, tra fidanzati, tra genitori e figli, certe parole non si devono nemmeno pensare.
2) Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Cioè, quando ti avvicini a qualcuno, chiediti: perché lo sto facendo? Sono pulito nelle mie intenzioni? Oppure intendo servirmene? Nel mio rapporto di coppia, so disciplinare la mia affettività e sessualità? Nella sessualità ho presente che l’altro è qualcuno e non qualcosa? Lo dovremmo sapere tutti: non è l’amore il problema, il problema sono gli individui. Due settimana fa, appena dopo un funerale, la figlia della defunta mi diceva: ciò che m’ha insegnato la morte di mia madre è che al mondo una sola cosa è necessaria: amare. E io ho ribattuto: E’ proprio così, c’è un solo dovere nella vita, amare. Un amare fedele e che non tradisce, un amare che resta e che non fugge, un amare liberante e non possessivo, un amare intriso dell’amore di Dio. Chi si mette su questa strada non sbaglia. Cos’è in fondo l’adulterio? E’ sequestrare una persona che sta compiendo un suo cammino con un’altra persona.
Gesù, come sempre, GRAZIE! Aiutaci a mettere in pratica le parole belle ed esigenti del tuo Vangelo.