Omelia di Domenica 14 maggio 2023 - VI Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A
Se mi amate osserverete i miei comandamenti: così si apre il Vangelo di questa domenica. La prima parolina è se (se mi amate). Se sta per se vuoi/se credi, una parolina volta a lasciare liberi coloro cui è rivolta. Gesù non dice: dovete amarmi! Lui non minaccia, non costringe, ognuno può aderire a lui come anche rifiutarlo. Il cristianesimo è libertà, non costrizione. E però occorre intendere bene questo se mi amate. Quante volte usiamo queste parole con i nostri figli, con i nostri familiari, con il nostro partner, per metterli alla prova o per ricattarli. Se davvero mi vuoi bene, dovresti... Se davvero a me tieni, devi...
Si tratta di parole che sanno di ricatto, ma non è questo l’intento delle parole di Gesù. Lui, dicendoci se mi amate non ci ricatta, piuttosto avanza un desiderio: il desiderio che il suo amore verso di noi venga corrisposto, in modo che sorga una reciprocità, un’amicizia.
> Seconda parte della frase di Gesù: osserverete i miei comandamenti. Mi vien da commentare così queste parole di Gesù: se ami non puoi più fare qual che ti pare! Gesù è come se dicesse: è nell’osservare quanto vi ho insegnato la prova che mi amate. Io sono quello che faccio, non quello che dico che farò. Ci sono persone che dicono di volerti bene e persone che ti vogliono bene. Il Gesù di questa domenica assomiglia molto a quelle mamme - oggi tra l’altro è la loro festa - che dicono al figlio: come fai a dirmi che mi vuoi bene se fai il contrario di quel che ti dico?!
> A questo punto voglio fare un approfondimento: perché Gesù mette in relazione le parole ‘amore e comandamento’? Dice: se mi amate osserverete i miei comandamenti. E’ possibile un amore su comando? Chi ama non dice mi tocca amare ma che bello amare. Ma proprio per questo, si può comandare l’amore? Si può comandare l’amore tra marito e moglie, tra amici, tra fratelli, tra vicini e lontani o addirittura tra nemici? Risposta: sì, se intendiamo l’amore non solo come un sentimento. L’errore di tanti sta nel ridurre l’amore a sentimento, a un impulso. Ma non può essere così: quando in un rapporto d’amore l’altro è sempre meno amabile... quando in un rapporto d’amore l’altro te ne fa di tutti i colori... quando in un rapporto d’amore ci son solo sacrifici da fare, com’è possibile amarsi solo in base a quel che sentiamo? Alla sera, quando tu marito arrivi a casa stanco dal lavoro e non desideri altro che sdraiarti sul divano, ma proprio in quel momento lì, tua moglie ti ragguaglia sulle malefatte dei figli, come fai ad amare facendo leva solo sul tuo sentire? Capite allora perché Gesù abbina la parola comando alla parola amore. Vuol dirci: è solo quando il tuo amare diviene anche un dovere, che esso è amore vero. E’ solo quando il tuo amare diviene anche un imperativo, che esso è amore vero. E perché questo possa avvenire, cosa ci dice Gesù? Io sono a tua disposizione.
Signore, nel Vangelo di questa domenica dici: “Non vi lascerò orfani, verrò da voi.” Ecco Signore ciò di cui abbiamo bisogno: che tu venga da noi. E questo avviene proprio adesso, in questa Messa: solo la tua venuta ci rende capaci di un amore vero e di vivere nel tuo gradimento.