Omelia di Domenica 21 maggio 2023 - Ascensione del Signore, Anno A
Quest’oggi io e don Daniele facciamo un’omelia di due parti. Sarà così anche domenica prossima.
Oggi è la domenica dell’Ascensione di Gesù al Cielo. La prima lettura della Messa ci ha riferito di quest’ultimo atto della vita terrena di Gesù. Risentiamo il testo: “Mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo.”
Mi sembra di cogliere una punta di rimprovero nella domanda Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Come a dire: “Non rimanete incantati a guardare in alto, è finito il tempo del Gesù terreno, ora inizia il tempo vostro, il tempo della Chiesa, il tempo della testimonianza. Se Gesù fino ad ora ve lo siete ben goduto, ora è il tempo della trasmissione al mondo di quanto Gesù ha rappresentato per voi. Non rimanete prigionieri di nostalgia o tristezze, incamminatevi piuttosto per le strade della vita a dire a tutti il fascino e la necessità di Gesù.” Ecco la festa dell’Ascensione!! Una festa che provoca alla missione, sprona all’impegno, spinge verso la testimonianza, scuote verso l’apostolato. Mi viene in mente il finale del Vangelo dei due discepoli di Emmaus di qualche domenica fa: Partirono senza indugio per Gerusalemme. Chiediamoci allora: se la festa dell’Ascensione di Gesù contiene un mandato, qual è in noi lo stato di salute di atteggiamenti quali la testimonianza, la sollecitudine, la prontezza nel servire il Vangelo? Questa mattina facciamo ritorno alle nostre case con questo compito a casa.
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Passiamo ora al Consiglio della nostra Unità Pastorale, che verrà rinnovato domenica 4 giugno.
> Cos’è un Consiglio Pastorale? E’ il massimo organo della parrocchia, che coadiuva il parroco nella guida della comunità. Si chiama ‘pastorale’ perché è al servizio di Gesù buon pastore che pascola il gregge dei fedeli, nel nostro caso, il gregge delle comunità di Calerno e S. Ilario. Com’è che un parroco e il suo Consiglio pastorale guidano, o meglio servono, una comunità cristiana? Risposta: imitando il “buon pastore” Gesù nel suo rapporto col “gregge” che incontrava tutti i giorni.
> Quindi, quando domenica 4 giugno, i partecipanti alla Messa saranno chiamati a scrivere dei nomi, da cui poi il parroco trarrà i membri del nuovo Consiglio pastorale. Occorrerà che siano dei nomi non qualunque, ma mossi da un ‘amore plurale’. Per ‘amore plurale’ intendo un amore in più direzioni: amore per Gesù, amore per la Chiesa, amore per la parrocchia e infine amore per la popolazione del nostro territorio. Quando Gesù scelse Pietro quale guida della Chiesa lo interpellò proprio sull’amore (Gv. 21) e non su altro. Domanda: perché “amore e Consiglio pastorale” devono essere due parole collegate? Perché se tu consigliere pastorale sei mosso da amore per la tua comunità, ti accadranno 3 cose positive: 1) non ti costerà alcuna fatica partecipare alle riunioni del Consiglio ogni volta che viene convocato 2) il Consiglio per te diverrà una priorità 3) i tuoi interventi durante il Consiglio saranno sempre interventi costruttivo.
Signore, nel ringraziarti per il dono della tua Resurrezione e Ascensione al Cielo,
ti affidiamo fin da ora il nuovo Consiglio pastorale.
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Omelia della Prima Comunione
Bambini, finalmente è arrivato il giorno tanto atteso, il giorno dell’ingresso di Gesù nel vostro cuore. Per voi, oggi 21 maggio è il giorno più importante del 2023. Ho pensato di aiutarvi a vivere questo giorno facendovi notare alcune cose che sono sotto i vostri occhi.
1) Innanzitutto il vestitino bianco che indossate. E’ bianco, e il bianco indica ciò che è pulito, senza macchia, candido. La stessa sacra particola che riceverete è bianca. Il bianco che significa? Significa senza macchia, senza macchia di peccato. Da oggi in poi sentitevi impegnati a stare più alla larga che potete dal peccato, dalle cose brutte, da tutto ciò che non è gradito Gesù. Gesù e i brutti gesti non van d’accordo.
2) Poi c’è il crocifisso che è sul vostro petto e che vi pende dal collo. Avete mai fatto caso a come fatta una croce? E’ fatta di una parte verticale (verso Dio) e di una parte orizzontale (verso gli altri). Si è cristiani quando c’è attenzione verso l’alto e verso l’altro.
3) Una terza cosa che non si vede ma che io so che è dentro di voi è l’emozione. In questo momento siete emozionati. Non è forse vero che tutti voi questa mattina, dall’emozione di questo giorno, vi siete svegliati molto prima di altre mattine? L’emozione è qualcosa di legato alla prima volta: alla prima volta che si va a scuola, alla prima volta che giocate una partita di campionato, alla vostra prima Confessione dell’anno scorso e, adesso, alla vostra prima Comunione. Ecco allora il mio augurio: ricevete ogni volta la Comunione con l’emozione di questo giorno e con la gioia della prima volta. Non abituatevi alla Comunione ma stupitevene sempre.
Bimbi, concludo rifacendomi alle parole di Gesù ascoltate nel vangelo: io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. E’ proprio facendo la Comunione, spesso, che consentite a Gesù di rimanere con voi sempre.