Omelia di Domenica 28 maggio 2023 - Pentecoste, Anno A
Come domenica scorsa, io e don Daniele oggi teniamo un’omelia in due parti: una sulla festa importantissima di oggi - Pentecoste - e, una seconda, sul valore del Consiglio Pastorale, che domenica prossima verrà rinnovato, grazie al vostro voto.
- Festa di Pentecoste, dunque, ovvero festa dello Spirito santo. Abbiamo appena sentito queste parole: Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Commento questa frase della liturgia con le parole del card. Martini.
“Lo Spirito c’è, anche oggi, come al tempo di Gesù e degli Apostoli: c’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro. C’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo; al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato. Di fronte alla crisi nodale della nostra epoca, che è la crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando, nell’invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa.” Sullo Spirito Santo raramente ho trovato parole così belle.
- Passo al Consiglio Pastorale. Domanda: domenica prossima che criteri devono guidarmi nella scelta dei nomi da scrivere sulla scheda? Rispondo in 5 punti.
1) Nell’accingerti a scrivere i nomi sulla scheda, sappi che chi fa parte del Consiglio Pastorale deve essere qualcuno mosso soprattutto da un desiderio: avvicinare sempre più a Dio le persone di Calerno e S. Ilario. Questa è il vero perché di chi accetta di far parte del Consiglio Pastorale.
2) In parrocchia sono diversi i settori in cui impegnarsi (Caritas, catechismo, liturgia, giovani, pastorale dei malati e degli anziani soli, feste, ecc.). Ora, i nomi da scrivere sulla scheda devono tener presente le diverse competenze e sensibilità di ciascuno. Non tutti infatti siamo portati a fare tutto.
3) Una parrocchia non è una democrazia, ma una comunione. Il dialogo tra sensibilità e opinioni diverse non deve essere una negoziazione ma una condivisione fraterna. Le parole maggioranza e opposizione sono da parlamento, non da Consiglio Pastorale. In ogni parrocchia, più che fare conta fare insieme. Nessun consigliere pastorale dovrà pretendere che la sua personale spiritualità divenga la spiritualità dell’intera parrocchia. Solo in questo modo, la sua presenza in Consiglio Pastorale diverrà fin una ricchezza.
4) Quando avrai tra le mani la scheda per votare, non lasciarti guidare da pensieri tipo: quello mi è simpatico, quindi lo voto! Quello è un amico mio, quindi lo voto! Quello non lo posso vedere, quindi non lo voto! Quello non la pensa come me, quindi non lo voto! No, in ambito ecclesiale non si fa così. Sono altri criteri da tenere presenti > Quello ama la parrocchia? Quello crede nell’Unità Pastorale tra Calerno e S. Ilario? Quello è docile all’insegnamento del Papa e della Chiesa? Quella è una persona di rottura o di comunione? Queste sono le domande che devono guidare la nostra mano nello scrivere i nomi sulla scheda.
5) E infine, visto che una componente significativa della nostra Unità Pastorale è il movimento ecclesiale “Familiaris Consortio”, è saggio e comunionale che un rappresentante di tale movimento sia nel Consiglio.
Che lo Spirito Santo della Pentecoste ci ispiri le persone giuste.