Omelia di Domenica 11 giugno 2023 - Corpus Domini, Anno A
Domenica 11 giugno, solennità del Corpo e Sangue di Gesù. La Parola di Dio ci ha offerto una lettura di questa solennità molto interessante. Mi sto riferendo alle parole di Mosè della prima lettura, parole che egli rivolse al popolo ebreo e contenenti due verbi / due inviti pressoché identici: Ricordati e non dimenticare. Cito il testo: Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto... E a metà del brano: Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile.
Dunque, ricòrdati e non dimenticare. Per la Bibbia dimenticare è un peccato grave. Quante volte ci dimentichiamo le cose che dovremmo ricordare o ricordiamo le cose che dovremmo dimenticare. Approfondiamo questo tema importante. Procedo per punti come mi è congeniale.
1) Fateci caso: se tu, del passato, continui a ricordare un fatto o una persona, è perché s’è trattato d’un fatto o di una persona rilevante/significativa, nel bene o nel male.
2) Se per noi credenti, Dio è il nostro tutto, ne deriva che deve essere Qualcuno da portare con noi sempre: nel ricordo, nel cuore, nei pensieri. Chiedo a me e a voi: Dio è presente nella mia vita? Dio è il mio compagno di viaggio? Ho usato l’espressione ‘nel cuore’ perché ricordare è cosa del cuore. Ricordare deriva dal latino: re (indietro) e cor (cuore). Chi ama, ricorda.
3) Quando, che ne so - in un Santuario o durante un corso di esercizi spirituali - facciamo una bella esperienza di Dio, quest’esperienza va trattenuta, va salvata nel file dei nostri ricordi. E poi occorre far sì che si sedimenti e divenga fermento di altre esperienze positive. Non è forse vero che ricordare cose felici rende di nuovo felici? Ricordare cose belle dà carica e aiuta a fare di nuovo cose belle.
4) Ancora. Ricordare ha a che fare con l’educare. Tu mamma e tu papà siete chiamati a dire ai vostri figli che il bene che ricevono, lo devono ricordare e mutarlo in riconoscenza.
> A questo punto casca a pennello quanto ci dirà tra poco la liturgia: Dio fedele, fa' che, sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita. E cioè: perché la nostra vita sia un viaggio, sostanziato di memoria e riconoscenza, come ci ha chiesto Mosè nella lettura, è a nostra disposizione l’Eucarestia. L’unica cosa allora da fare è questa: amiamo la Messa, frequentiamola di domenica e non solo. Quel pane che in essa riceviamo è stato descritto così dalla ‘Sequenza’. Portiamoci a casa queste parole.
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.