Omelia di Domenica 25 giugno 2023 - XII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Ho pensato di riflettere su queste parole di Gesù appena udite nel vangelo, perché menzionano due volte l’anima. Proprio qualche giorno ho avuto una discussione con qualcuno che ne negava l’esistenza. Durante questo confronto ho potuto appurare che oggi è molto forte la censura della parola anima.
Anima è una parola che pochi usano, sembra fin una parola fuori uso, dimenticata, taciuta, addirittura ridicolizzata, come nel caso della mia discussione. Oggi è il corpo, non l’anima, a far da padrone: corpi palestrati, belli, frizzanti. Oggi la domanda che va di più è: riesco a dare un’immagine bella di me? E allora, proprio per questo, io credo che sia ora di reagire educatamente s’intende, e di non aver paura di dire che senza l’anima una persona sarebbe ben poca cosa. Un corpo privo di anima è come un matrimonio senz’amore. Nella discussione che ho avuto, il mio interlocutore provocatoriamente m’ha detto: Se fosse possibile aprire il corpo di una persona ti direi: Dimmi, in quale angolo vedi l’anima? A questa provocazione ho risposto con il racconto di quel primario ospedaliero ateo che mentre stava terminando un’operazione chirurgica, disse sarcasticamente all’infermiera che gli era accanto (donna molto credente): Vedi forse un’anima qua dentro? E lei: No, dottore, ma lei vede forse il dolore che sta cercando di alleviare al suo paziente?
Ora, perché l’anima è un tema importantissimo? Perché in ballo c’è una questione rilevante, questa: ciò che si vede non è tutto. In ogni persona, è la vita interiore la più importante, quella che più conta, la più vera. Ciò che io sono, non lo dice il mio esterno, ma ciò che si muove dentro di me: i sentimenti, le decisioni, la volontà, la fede... l’anima! E’ nel Piccolo Principe, credo, che si dice: l'essenziale è invisibile agli occhi. In breve, il Vangelo di questa domenica è come se dicesse a noi cristiani: vi chiedo di riprendere a dire, perché non è più una cosa ovvia, che in tutti c’è un’interiorità e che da quando Gesù disse: ‘A che serve se guadagni il mondo intero se poi perdi l’anima?, è grave trascurare questa voce interiore. E se Gesù arriva a parlare di uccisione dell’anima è perché sa che l’anima può pian piano spegnersi. Il lento morire dell’anima avviene quando uno impiega i suoi giorni a lamentarsi, a non cambiare mai perché schiavo dell’abitudine, a non alzare mai lo sguardo verso l’Alto perché prigioniero delle cose terrene, ecc. A volte mi trovo a chiacchierare con dei giovani, in alcuni di loro c’è una cosa che io chiamo il fascino delle banalità. Alludo al loro essere sempre e solo su discorsi banali, qualunquistici, rozzi, non capendo che il vero vivere è quello che va oltre l’istinto e il sentire del momento. Grazie a Dio, non tutti i giovani sono così.
Gesù, nel Vangelo di quest’ultima domenica di giugno ci hai parlato di anima. Te ne siamo grati. Aiutaci a coltivarla maggiormente perché solo così arriveremo a compiere scelte a te gradite.