Omelia di Domenica 16 luglio 2023 - XV Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
In questa terza domenica di luglio il Vangelo ci porta indietro nel tempo, quando i contadini seminavano a mano. Gli agricoltori, con una sacca al collo percorrevano i campi in lungo e in largo e con un gesto ampio della mano, lanciavano la semente. Ora, nell’osservare questa scena, a Gesù un giorno venne in mente di paragonare la vita a una semina. Come a dire: vivere è seminare. Per il Vangelo, seminare sta per impegnarsi, applicarsi, testimoniare, fare fino in fondo la propria parte. L’altro giorno, in campeggio, ricordavo una frase del card. Martini: l’impegno vale di per se stesso, indipendentemente dal risultato.
> Nella parabola ascoltata colpisce l’atteggiamento del contadino, che lancia manciate generose di seme un po’ dappertutto, anche sulla strada e sui rovi, cioè là dove il seme non attecchisce. Eppure è proprio in questo paradosso che sta uno degli insegnamenti di Gesù. Questo agricoltore è descritto così non perché non sta facendo bene il suo lavoro, ma perché, coloro che lo osservano, notino che lui, di proposito, lancia il seme anche fra i sassi e i rovi. Come a dire: anche le situazioni in apparenza ‘perse’ devono ricevere il seme buono del Vangelo. Noi a un seminatore così diremmo: Ma che fai? Non vedi che consumi la semente? Sta più attento e semina con cognizione! A quest’obiezione Dio ci direbbe: No! Va bene invece fare così, perché per me non ci sono terreni da lasciar perdere. Io confido anche nei sassi e nei rovi, io vedo vita dove voi vedete solo morte, vedo primavera dove voi vedete solo inverno. E’ meraviglioso questo atteggiamento di Dio: per Lui nessuno è irrecuperabile, per Lui esistono solo persone su cui non smettere di contare. Ora, se Dio è fatto così, noi cristiani dobbiamo seguire la stessa linea. Voglio essere concreto, concreto: sei separato? Non sei sposato in chiesa? E’ da trent'anni che non metti piede in chiesa? Hai dei figli le cui scelte ti fanno fin vergognare? Ti trovi segnato da scelte che non avresti mai dovuto fare? Ebbene, anche in una vita così, Gesù continua a gettare seme buono e ad avere per essa un cuore grande. Anche nelle situazioni che la parabola chiama sassi e rovi Dio semina .. e ciò vuol dire che non è escluso che fiori bellissimi possano germogliare anche in terreni che noi non avremmo mai immaginato. Il fatto che la parabola sottolinei che tre terreni su quattro siano asfalto, rovi e sassi e che su tutti e tre viene seminato, significa che nessuno è fuori dallo sguardo amoroso di Dio. E a noi cristiani è chiesto di essere al servizio di questo sguardo ampio di Dio. Anche nelle situazioni più impossibili è possibile dare vita a un percorso di riavvicinamento a Lui.
> Ancora. Il verbo evangelico ‘seminare’ fa riferimento anche ad un secondo verbo: educare. Educare è seminare. Ora, ci sono alcune semine urgenti, che così descrivo: semina coraggio, perché la vita di tanti spesso è piena di paure. Semina speranza, perché è il guardare sempre avanti il segreto della vita. Semina Dio, perché è lui la base di tutto ciò che è buono, giusto e vero. Al contrario se semini ansia, crei degli ansiosi; se semini pessimismo crei dei pessimisti; se semini odio sociale crei scontro sociale. Concludo citando ancora il card. Martini: Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è nemmeno immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà alcun raccolto.