Omelia di Domenica 6 agosto 2023 - Trasfigurazione, Anno A
Abbiamo ascoltato dal Vangelo il noto racconto della trasfigurazione di Gesù sul monte, presenti tre suoi apostoli. Una delle vette di questo racconto è la frase dell’apostolo Pietro: Signore, è bello per noi essere qui. Sono parole che ci ricordano una dimensione importante della vita cristiana, la bellezza. La bellezza di cui ha parlato Pietro (Signore, è bello per noi essere qui) mi fa dire: è bello tutto ciò che è sfiorato dalla presenza di Dio. Dove c’è Dio sboccia il bello. Noi cristiani, quando parliamo di Cristo, dovremmo far più riferimento alla bellezza. Proprio come fa la Bibbia, che di Gesù dice: Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo.
Fateci caso, l’uomo d’oggi non ascolta chi gli cala una verità dall’alto, ma chi gli offre qualcosa di bello. Credetemi, è importante presentare il Vangelo non solo come qualcosa di vero, di giusto e di santo, ma anche come qualcosa di bello. Sulla bocca di noi credenti dovrebbero esserci frequentemente parole tipo: E’ bello vivere come ci chiede Gesù. E’ bello contare su Dio. E’ bello unirsi in matrimonio innanzi a Dio. E’ bello essere prete. E’ bello aiutare il prossimo. E’ stata bella la Messa a cui ho partecipato. E’ bella la fatica, se mi aiuta a essere migliore. E’ bello la domenica ritrovarsi insieme come comunità cristiana. E’ bella la GMG che si sta concludendo a Lisbona. Perché sto parlando così? Perché se mettiamo a confronto ciò che è vero con ciò che è bello, è ciò che è bello che vince. Se mettiamo a confronto ciò che è giusto con ciò che è bello, è ciò che è bello che vince. A chi non piace il bello!? Se a chi mi sta davanti io presento due cose: un discorso fine e giusto e un fiore bellissimo, è quest’ultimo che viene apprezzato. Vi racconto un episodio. Tanti anni fa, un regista polacco realizzò una successione di dieci filmati, uno per ciascuno dei Dieci Comandamenti. Nel primo - Non avrai altro Dio all’infuori di me - è di scena un bimbo, Pavel, orfano di mamma. Il papà, un ingegnere informatico, ateo, non gli aveva mai parlato di Dio. Un giorno questo bimbo, mentre giocava, all’improvviso si ferma, si gira verso la zia – lei sì che credente - e le chiede: Zia, hai mai sentito parlare di Dio? Sai chi è? La zia lo guarda, si avvicina, lo abbraccia stringendolo a sé e gli domanda: ‘Dimmi, come ti senti?’ ‘Bene, molto bene’ risponde. E la zia: Ecco Pavel, Dio è così. Gran risposta! Bè, io dico: cosa c’è di più bello di un cristianesimo presentato così? Come un abbraccio?! Gesù è l’abbraccio con cui Dio stringe a sé ogni uomo e ogni donna. Se c’è qui a Messa qualche catechista, gli dico: presenta Dio così, come quella zia poco istruita lo presentò al nipotino Pavel. Sono sicuro che se tanti non credenti sapessero che Dio è così, forse tanti non rimarrebbero così.
Diciamo allora: Pietro, tu che sul monte, stando con Gesù, hai detto di aver fatto un’esperienza di bellezza, aiutaci a intendere così il nostro vivere cristiano.