Omelia di Domenica 27 agosto 2023 - XXI Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Tutti noi abbiamo una famiglia, degli amici e delle persone a cui teniamo. E a volte ci si chiede: io quanto sono importante per te? Cosa rappresento per te? Sono una priorità o una delle tue tante opzioni? Sono nei tuoi pensieri, nel tuo cuore? Perché sto ponendo queste domande? Perché Gesù, un giorno, ce lo ha appena riferito il Vangelo, pose ai suoi apostoli, domande del genere. Chiese: Voi chi dite che io sia? Che era come dire: è già un bel pezzetto di tempo che siamo insieme, che idea vi siete fatti di me? Siete pentiti o contenti di avermi scelto? Sto rispondendo alle vostre attese? Io chi sono per voi? Si tratta di domande importanti, che in ogni relazione, compresa quella con Gesù, occorre porsi. Credetemi, val la pena approfondire questo tema.
1) Io non posso dire che ho una buona relazione con Gesù solo perché conosco ciò che ha detto e fatto. Io ho una buona relazione con qualcuno quando tra me e lui non solo ci si conosce, ma c’è pure affetto, stima, fedeltà, desiderio l’uno dell’altro, fino a essere capace di qualche rinuncia o sacrificio perché gli voglio bene. Questa sì, che è una vera relazione.
2) Qualche esempio. Io da studente ho studiato il marxismo e qualcosa di C. Marx so, ma non per questo sono marxista. Quand’ero in Seminario ho studiato le diverse religioni e qualcosa ancora ricordo, ma non per questo sono mussulmano o buddista o induista. Gandhi, che tutti ammiriamo, conosceva, e come, la figura di Gesù, ma non era cristiano. Questo vale anche per i non credenti: ci son non credenti che conoscono molto bene la Bibbia ma rimangono non credenti. Ecco allora il punto: conoscere non vuol dire che amo ciò che conosco; sapere di te non vuol dire che io ti ammiro. Quindi, quand’è che siamo veri cristiani? Quando non ci limitiamo a conoscere i valori cristiani, ma quando questi diventano la mia vita, diventano una mia scelta, fino a diventare la ragione del mio esistere. E’ così che si è cristiani. C’è chi conosce Gesù ma non lo sceglie. Fede in Gesù invece è aderire a Lui con tutto se stessi. Conosci la Bibbia? Bravo! Complimenti! Sappi però che sei un vero credente non perché la conosci, ma perché la Parola di Dio in essa contenuta, è lampada ai tuoi passi e luce sul tuo cammino, come dice il salmo 118. Gesù non si accontenta che lo conosciamo, ci chiede di sceglierlo quale guida, luce, salvatore. Non ci domanda solo di conoscerlo, ma di fidarci di lui e affidarci a lui. Concludo citandovi un testo mirabile. Era l’anno 2000. Eravamo a Roma per la GMG. Papa Giovanni Paolo II rivolse ai giovani queste splendide parole.
Cari giovani, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.