Omelia di Domenica 17 settembre 2023 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a 7 volte? E’ con questa domanda dell’apostolo Pietro che si apre il Vangelo di questa Messa. Usando la parola ‘fratello’ e non ‘nemico’, Gesù non tratta del perdono dei nemici ma del perdono dell’amico e dei propri cari. Questa domenica ci mette innanzi alle nostre amicizie, ai nostri familiari, alla nostra comunità e lì ci chiede di verificare lo stato di salute del perdono reciproco. Lo sappiamo tutti che non sempre tra amici o tra familiari le cose vanno bene. Viene in mente il salmo 41: anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il pane con me, alza contro di me il suo calcagno. Ma restiamo alla domanda di Pietro: quante volte dovrò perdonare? Fino a 7 volte?
La legislazione di quei tempi permetteva di perdonare fino a un massimo di 3 volte al giorno. E allora Pietro dicendo 7 volte andava ben oltre questo limite, pensando così di fare bella figura. Pietro la pensava così: se il perdono non può essere illimitato, fin dove si può arrivare? Risposta di Gesù: Non fino a 7, ma fino a 70 volte 7, e cioè 490 volte. Una risposta strana in apparenza, in realtà Gesù si rifaceva a un libro della Bibbia, la Genesi, in cui si diceva: Se Caino sarà vendicato 7 volte, Lamek lo sarà 70 volte 7. Noi comunque Lamek adesso lo lasciamo da parte. Dietro questo gioco di numeri (7 - 70) ci sta una verità importante: in ogni comunità che si dice cristiana non può mancare il perdono. I numeri 70 e 7 non indicavano la quantità di perdoni da dare, ma che il perdono doveva essere incondizionato. Il pensiero di Gesù è questo: se il perdono è uno dei volti dell’amore e amare lo si deve sempre, anche perdonare lo si deve sempre. Per Gesù, la nostra capacità di amare è direttamente proporzionale alla nostra capacità di perdonare. E qui gli esempi sono innumerevoli: un matrimonio senza perdono non sopravvive (tante volte dico: chi non sa perdonare non si sposi), ma anche quel gruppo di amici dove non è di casa il perdono ha vita breve. Così un convento di frati, un gruppo politico, una comitiva che sta facendo una vacanza. Si perdona perché si ama. Il perdono rallegra sempre due persone: chi lo dà e chi lo riceve. Mi vien addirittura da dire: Se non hai ancora perdonato, non dire che hai vissuto pienamente. Io ho conosciuto una persona che ha molto, molto sbagliato nella vita. Sentite cos’è arrivata a dire: Chi non ha mai ricevuto un perdono davvero grande come invece a me è accaduto, non ha assaporato una delle gioie più sublimi della vita. Circa 15 anni fa uscì in America il film “Invictus” (L’invincibile), dove l’attore Morgan Freeman interpreta il famoso Nelson Mandela. Bè, a un certo punto, nel film, viene chiesto a Mandela: Come hai fatto a passare trent'anni in una minuscola cella e a perdonare quelli che ti hanno fatto un sacco di male? E lui: Se arrivo a uscire dal carcere, senza lasciare dietro di me l’amarezza e l’odio, è come se rimanessi ancora in prigione.
Gesù, abbiamo colto il tuo pensiero: il perdono è l'essenza dell'amore. Gesù, tu che ci conosci e sai la nostra fatica in materia di perdono, soccorrici e in questa Messa deponi dentro di noi almeno le briciole della tua smisurata capacità di perdonare.