Omelia di Domenica 29 ottobre 2023 - XXX Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
In quest’ultima domenica di ottobre, troviamo sulla bocca di Gesù un invito accorato: AMERAI. E’ più di un invito, è l’annuncio di un modo di vivere, è una vocazione, una missione, il cuore di ogni esistenza.
> Un antico saggio orientale disse che se lui avesse avuto per un istante l’onnipotenza di Dio, l’unico miracolo che avrebbe compiuto sarebbe stato quello di ridare alle parole il loro significato originario. Se questo saggio fosse qui davanti a me l’abbraccerei di gioia perché in questo nostro tempo sta proprio accadendo che certe parole molto importanti vengano sempre più distorte e travisate.
Tra l’altro di certe parole si stanno appropriando in troppi. E in questa triste sorte stanno cadendo parole del calibro di AMORE, PACE, LIBERTA’, FAMIGLIA. Ebbene, a noi cristiani è chiesto di essere come questo saggio, cioè persone impegnate a ridare all’AMORE il suo vero volto. Vedete, quando tutto è amore niente è amore, quando tutto è famiglia niente è famiglia, quando la libertà è fare quel che pare e piace non è più libertà. Mettiamoci allora alla scuola di Gesù per sapere da Lui come stanno veramente le cose in materia di amore.
> Nella vita di Gesù l’amore non è stata una parola ma è un fatto: per amore è morto in croce per tutti noi. Gesù ci ha manto nei fatti, non a parole. Se tu parli di amore, non ami ancora. Se tu parli di preghiera, non preghi ancora. Qualcuno ha detto: Non mi ami quando mi dici di amare, ma quando me lo dimostri. L’amore allora cos’è? E’ un’esperienza, un gesto, un abbraccio, una preghiera, un sacrificio per te, una scelta, è pensare a te, è un appuntamento, un incontro, un regalo, un bacio, ecc... L’amore, proprio perché non è un’idea, ma è concretezza, assolve, comprende, piange, esulta, riparte dopo una crisi, e in questo modo fa sentire grande la nostra piccola vita.
> Il credente conosce un solo modo di vivere: amare. Cosa devo fare domani per essere una persona positiva? Tu amerai… Cosa farò l’anno che verrà? Tu amerai... Come farò con mia suocera o con mia nuora o con mio genero o con mio figlio ribelle o con quell’amico peso come non mai? Tu amerai… Oggi il vangelo è come se ci dicesse: Nulla è più pericoloso che occuparsi solo di sé. Dedicati agli altri… e vedrai che sapore buono acquista la tua vita. Tutti conoscete l’inno alla carità di S. Paolo (1 Cor. 13). Lo vorrei parafrasare così: se sai di scienza, se sai di storia, se sai di letteratura, se sai di musica, se sai di sport, se sai di religione, ma non sai amare, non vali nulla. Nulla è necessario tranne l’amore.
Concludo con un ricordo. Era l’agosto 1972. Avevo 17 anni, morì il mio parroco. Venne il Vescovo a fare il funerale. Mi chiese di dire qualche parola alla fine della liturgia. Le ho conservate. Ve le riporto, perché oltre a fare bene ancora a me, penso che facciano bene anche a voi.
Caro don Mario, hai fatto un sacco di cose bellissime, anzi a dire il vero ne hai fatta una sola: hai amato la gente. E la gente questo l’ha sentito. Hai toccato le persone, le hai coccolate, le hai abbracciate, hai fatto sentire che ti piaceva stare con loro. L’hai fatto con il tuo corpo, con il tuo sorriso, con le tue parole, la tua preghiera, pure col silenzio le hai amate… Ora, dal cielo aiutaci a percorrere questa tua stessa strada.