Omelia di Domenica 12 novembre 2023 - XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno A
Il Vangelo di questa domenica ci racconta una storia, la storia di dieci ragazze, le quali, torce accese in mano, sfidano la notte per andare verso la casa di un’amica che doveva sposarsi, per poi accompagnarla alla festa di nozze. Era un’usanza dei tempi di Gesù. Mi piace vedere in queste dieci ragazze con la torcia in mano, un messaggio con cui Dio ci invita a chiederci: Io sto portando luce a qualcuno? Il mio è un vivere acceso o spento?
Davanti alla frase della Bibbia che dice guardate a Dio e sarete raggianti, possiamo dire di essere realmente così? La storia di queste dieci ragazze con la torcia accesa in mano contiene un invito: l’invito ad essere presenze luminose. Nelle situazioni buie, basta anche solo una fiammella, basta anche solo un guizzo di luce perché il buio non sia poi così buio: riusciamo ad essere così? Qualcuno mi ha detto che don Pietro Margini, a chi gli esponeva le proprie difficoltà nel vivere la fede, diceva: Tu risplendi, il resto lo farà il buon Dio.
Concretamente, essere persone luminose cosa vuol dire? Due cose mi vengono in mente.
1° Siamo persone luminose ogni volta che sul nostro volto la solarità vince sulla malinconia, come pure quando il nostro è un parlare incoraggiante e non un parlare che deprime.
2° Siamo persone luminose quando parliamo bene e non male delle persone. Vedo che per certuni è un gran fatica parlar bene delle persone! La settimana scorsa, al cimitero, ho detto: Se fate caso, nei discorsi o nelle omelie funebri, si parla sempre bene della persona deceduta. Mi chiedo: perché dobbiamo sempre aspettare che uno muoia per dire che è stato bravo? Le cose belle diciamocele da vivi.
> Sul tema del cristiano come persona luminosa, due immagini ci sono di aiuto.
La prima è quella della candela. Essere come la candela accesa significa non smettere di illuminare fino a consumarsi: la candela arriva a morire pur di illuminare. Pur di far il bene di chi mi è vicino, metto in conto anch’io di consumarmi, di spegnermi, fin di morire?
La seconda è quella del girasole. Forse a qualcuno è capitato di osservare un campo di girasoli. La loro caratteristica è l’orientamento nella direzione del sole. I girasoli sembrano spettatori catturati dalla luce del sole. Il girasole si posiziona sempre nella direzione del sole: di sera declina il suo corallo, al mattino lo rialza nella direzione del sole. Così è di noi credenti: siamo chiamati a stare esposti a quel sole che ha nome Gesù. Come il girasole, ogni mattina, sceglie l'orientamento verso la luce, così noi credenti: ogni mattina siamo chiamati a rivolgerci al Cristo, e rimanerci per l’intera giornata. E’ così che si diviene luce del mondo come Gesù ci ha chiesto.
In conclusione, ho voluto leggere nel Vangelo delle vergini con le torce accese in mano, l’invito per noi ad essere persone luminose. Torniamo allora alle nostre cose questa mattina con queste due domande: Io sono luce per qualcuno? Io sto portando luce a qualcuno?