Omelia di Domenica 17 dicembre 2023 - III Domenica di Avvento, anno B
Fratelli, siate sempre lieti e in ogni cosa rendete grazie: questa è la volontà di Dio. Così si è aperta la seconda lettura della Messa. Notate: all’invito a essere lieti e a rendere grazie, seguono le parole “questa è la volontà di Dio”. E cioè: essere lieti e rendere grazie rientra in ciò che vuole Dio. Mi soffermo su ciascuno di questi due inviti.
Siate sempre lieti
Essere lieti: come si fa ad essere lieti con tutte le preoccupazioni che ci accompagnano? Un modo c’è: frequentare le persone liete, frequentare le persone dalla fede gioiosa. Se stiamo sempre in compagnia di chi è malinconico, pure noi diveniamo malinconici. Se invece preferiamo la compagnia di chi ha una fede sostanziata di slancio, quello slancio diverrà anche il nostro slancio. Quindi, diamo uno sguardo attento alle nostre frequentazioni e vediamo se esse ci sono di aiuto, o no. Un mio professore di teologia diceva a noi studenti: Se t’incontri con la luce, divieni luce; se t’incontri col fuoco, bruci; se t’incontri con l’acqua, ti bagni; se t’ incontri con Gesù, assumi i suoi connotati, tra cui la gioia.
In ogni cosa rendete grazie
Credetemi, ringraziare non è facile, soprattutto se occorre farlo sempre, come ci ha detto l’apostolo (in ogni cosa rendete grazie). Son convinto che per arrivare a questi livelli, occorra un’educazione, un’iniziazione che piano piano renda capaci di gratitudine. Se essere sani è una ricchezza del corpo, saper dire grazie è una ricchezza del cuore. Se non tutti possono essere atletici, se non tutti possono essere competenti in ogni campo, tutti però possono arrivare a dire grazie. Ognuno allora faccia il suo esame di coscienza. Io dico: se ci sono persone che si prestano per me anche se non lo merito, se ci sono persone che mi accolgono anche se non sono sempre simpatico, se ci sono persone che mi aiutano quando meno me lo aspetto, bè, tutto questo non merita un grazie, anzi un grazie sentito? Proviamo a pensare a tutti quelli che ci sopportano, a tutti quelli che ci vogliono bene nonostante il nostro caratteraccio, a tutti quelli che ci fanno del bene sebbene da noi non esca mai un briciolo di riconoscenza. Bè, tutti costoro non si meritano la nostra gratitudine? Altroché, io dico.
- Noi diamo spesso per scontate proprio le cose che più meritano gratitudine: la famiglia, gli amici, la fede.
- La parola GRAZIE, essendo fatta di sole sei lettere, ci ricorda che il sale delle relazioni sono proprio le frasi brevi: Ti voglio bene - Che bello vederti! - Scusa, ho sbagliato - Mi sei mancato - Dio t’accompagni. Sono queste le parole che ti cambiano una giornata. Più che tra poveri e ricchi, più che tra italiani e stranieri, la vera differenza è tra coloro che sono riconoscenti e coloro che non lo sono affatto. Nessuno è più povero di colui che non sa dire grazie.
Questa mattina allora, rientriamo a casa con questi due inviti nel cuore: siate lieti e rendete grazie.
Se vivremo la terza settimana d’Avvento così, ci troveremo sulla strada di una buona preparazione al Natale.