Omelia di Domenica 24 dicembre 2023 - IV Domenica di Avvento, anno B
Tutti gli anni, il Vangelo della domenica che precede il Natale parla di Maria, perché? Perché è il modo più bello di giungere al Natale. In compagnia di Maria c’è sempre e solo da guadagnarci… in bene, in speranza, in disposizioni buone. Il Vangelo di questa domenica, avendolo già ascoltato qualche giorno fa e l’8 dicembre, ho pensato di meditarlo soffermandomi su un dettaglio, che poi dettaglio non è. Mi sto riferendo alle due parole (non temere) che l’Angelo Gabriele rivolge a Maria.
- Le parole non avere paura, Maria ci introducono nel tema sempre attuale delle paure che abbiamo. Chi non ha delle paure? Ci sono due parole, simili nella forma ma differenti nella sostanza: occuparsi e preoccuparsi. Un conto è dire mi occupo di te, altro conto è dire mi preoccupo di te. Occuparsi significa adoperarsi, preoccuparsi significa adoperarsi con tremore, con ansie, con paure. Nel 2010 moriva un uomo di Dio splendido, si chiamava Luigi Padovese. Era di Milano. Divenne prete e quando fu ordinato Vescovo, gli fu affidata una diocesi in Turchia. Tredici anni fa veniva ucciso a coltellate, pensate, dal suo autista, mussulmano. Di paure quindi s’intendeva. Bè, sentite come un giorno parlò della paura. Nessuno ci chiede di essere degli eroi, nemmeno Dio. E tuttavia, vivere richiede impegno, un impegno che la paura vuole bloccare. La paura è maledetta, è come un ospite non invitato in casa nostra, che si accomoda usando il nostro frigorifero, occupando la nostra poltrona preferita, il nostro posto a tavola. Se noi ubbidiamo ai suoi ordini, che motivo avrebbe questo ‘ospite indesiderato’ di lasciare la nostra casa? Quindi, per prima cosa, dobbiamo "disubbidire" alle nostre paure. Non facciamoci rubare la vita dalla paura. Parole belle, ispirate, incoraggianti!
- Non so se lo sappiate: un’espressione fra le più frequenti nella Bibbia è proprio non abbiate paura! I biblisti le hanno contate e ne è venuta fuori una cifra molto curiosa, fin misteriose: 365, proprio come 365 sono i giorni dell’anno. E’ come se ogni giorno dell’anno, il buon Dio raggiungesse il nostro risveglio mattutino con questo particolare ‘buon giorno’: non avere paura! Sentite questa storiella. Noi camminiamo con due cagnolini al guinzaglio: uno è la pura, l’altro è la fede. A seconda di quale dei due nutriamo di più, uno, più dell’altro, crescerà, si farà sempre più forte, tirandoci sempre più dalla sua parte.
Verifichiamoci allora: a quale dei due cagnolini noi diamo più da mangiare? Ognuno risponda, è importante rispondere! A me, e così concludo, vien da riprendere le parole dell’Angelo a Maria in questo modo: Angelo Gabriele, come a Maria, dì anche a noi ‘Non temere!’ Ne abbiamo bisogno perché pure noi abbiamo le nostre paure. Abbiamo paura dell’età che avanza. Abbiamo paura che i nostri figli prendano brutte strade. Abbiamo paura di perdere le persone che amiamo. Abbiamo fin paura di non meritare il Paradiso. Quindi, dì anche a noi ‘non temere’ e fa in modo che non siano solo parole, ma un dono/una forza che ci consenta di davvero di superare ogni spavento. Angelo Gabriele, visto che siamo a Natale, ottienici da Gesù un regalo: il regalo di vedere alleggerite le nostre paure.