Omelia di Domenica 31 dicembre 2023 - Domenica fra l'ottava di Natale, anno B
Questa mattina presto, nel pensare all’omelia da fare, ho letto attentamente le tre letture della Messa. L’occhio è caduto su due parole della seconda lettura (per fede), che sono una sorta di ritornello. Cito il testo: Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, divenne madre. Se avete il tempo di leggere nella Bibbia il cap. 11 della lettera agli Ebrei, da cui è tratta la lettura, vedrete che di continuo si dice per fede. Lo si dice di Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Raab: tutte persone che “per fede” - lo sottolinea bene il capitolo - fecero le loro grandi scelte di vita. Ho pensato allora che potesse starci bene, oggi, come omelia, un richiamo al valore della fede.
> Visto che siamo in giorni di auguri, un augurio da scambiarci dovrebbe essere proprio quello di una fede maggiore nei cuori di no credenti. Senza una fede non si vive. Si può vivere senza una fede in Dio, ma senza fede alcuna, no. Quando tu, su qualcosa o su qualcuno scommetti, confidi, conti, ti affidi, questa è fede. Ecco perché si può dire: non si vive se non si crede. Ora, nell’ambito generale del credere, c’è la fede in Dio, che è quella di noi credenti. La sera dell’ultima cena disse Gesù agli apostoli: Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. E in un altro momento difficile, gli apostoli dissero: Signore accresci la nostra fede. Insomma, se nella vita c’è qualcosa che conta, questa è la fede. La vita è una cosa o è un'altra, a seconda se si crede o no. Quando si è mossi dalla fede, qualsiasi cosa non è più una cosa qualsiasi. Non è un giochetto di parole, è la verità, perché quando si ha la luce della fede, essa ti fa vedere tutto in una luce nuova: la vita, la morte, il dolore, il successo, la famiglia, il futuro. Tutto è visto nell’ottica luminosa della fede. Giovanni Papini, il giorno della sua conversione, scrisse: Oggi comincio a vivere.
> Ora, per tanti credere è facile, per tanti altri no. Ha detto qualcuno: Io non riesco a credere 365 giorni all’anno. In certi giorni mi pare di avere una fede fervente e convinta, in altri di avere una fede spenta o piena di dubbi. Io gli ho risposto: Non preoccuparti troppo, è così di tanti. E’ così perché la fede è impastata del carattere e delle vicende personali di ciascuno. Gli alti e bassi del tuo umore fanno essere alta o bassa la tua fede. Sta proprio qui la ragione per cui ogni mattina dovremmo chiedere al Signore di rinnovare, riaccendere, far ripartire la nostra fede. Diceva D. Bonhoeffer: Io vorrei solo imparare a credere. Parole sante! Tutti noi, che è da una vita che veniamo in chiesa, non dobbiamo dimenticare che la fede non è mai qualcosa che una volta che c’è, rimane per sempre. Com’è possibile crescere nella fede, così è possibile uscire dalla fede. Un episodio > Due anni fa, non qui a S. Ilario, a una mamma che conoscevo bene, morì la figlioletta di 3 anni. Un po' di tempo dopo, parlando con lei, mi disse: il giorno in cui ho perso mia figlia, ho perso anche la fede. L’ho abbracciata anche perché mi disse quelle parole con gli occhi lucidi. Mi sembrava dispiaciuta non solo della perdita della figlia, ma anche della perdita della fede. In quel momento mi venne in mente la frase che Gesù rivolse a Pietro la sera dell’ultima cena: Simone, Simone ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno. La mia preghiera per questa mamma, la sera quando andai a letto, furono esattamente queste parole di Gesù a Pietro.
Concludo. Essendo oggi la festa della santa famiglia di Nazareth, chiediamo al Signore che, come nella sua famiglia santa, anche nelle nostre case, si preghi, ci sia il pensiero di Dio, si rispetti sempre il nome di Dio e ci sia sempre qualcuno che ricordi l’importanza della fede.