Omelia di Lunedì 1 gennaio 2024 - Maria Santissima Madre di Dio
Oggi è la 57a giornata mondiale della pace e la Chiesa, di proposito, ha scelto come prima lettura della Messa, il brano contenente l’augurio di pace che abbiamo sentito. Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Dice e ti conceda pace. Vi racconto una storia, vera. Guerra di Russia/Seconda Guerra Mondiale. In un'aperta campagna, s'aggirava, stremato e senza più energie, un soldato, Mario. I suoi amici eran rimasti tutti uccisi. Vagava per i campi senza sapere dove stava andando. Oltre che stremato, aveva tantissima fame.
A un certo punto vede una isba, una casa di contadini. Pensò: Dentro quella casa chi potrà mai esserci? Dei nemici, forse? Dato però che il bisogno di cibo era più forte del rischio che correva, ruppe gli indugi ed entrò. E cosa vide? Che c’erano proprio quelli che non avrebbe mai voluto vedere: soldati russi, i suoi nemici giurati e armati. Erano a tavola e mangiavano di gusto. Quanto anche Mario avrebbe voluto essere a quella tavola, affamato com’era! A quel punto ci fu un incrocio di sguardi: lui fissava loro, loro lui. Uno sguardo che pur durando un minuto, fu un minuto interminabile e pesante come un macigno. Timidamente, Mario avanza la richiesta: ho molta fame, in quella zuppiera c'è qualcosa anche per me? Di nuovo un silenzio pesante. A un certo punto, uno dei soldati gli fa segno che poteva mettersi a tavola. Lui s’accomoda, mangia voracemente, il tutto in un silenzio surreale. Le armi però restavano al loro posto. Finito di mangiare, Mario era pronto a tutto, ad essere arrestato o fin ucciso. E invece si sente dire: Vai, sparisci! E lui, riconoscente, se ne va di fretta.
> Cos’ha d’interessante questa storia? Che nessun cuore è interamente sbagliato, nessun cuore è fatto solo di odio. Nel cuore di quei soldati russi ci fu un lampo di cielo; dentro di loro, sotto la cenere, c’era ancora qualche brace viva di pace.
Pensate, da quel sì alla domanda se in quella zuppiera c'era qualcosa anche per lui, è fiorito un gesto di pace, cioè il non arresto o forse la non uccisione di Mario. Tutto questo mi fa dire: per giungere alla pace non occorrono ragionamenti, occorrono mosse inattese, occorrono gesti, gesti che abbattano l’animalità che è in ciascuno e favoriscano il meglio che è in ciascuno. Se fu una domanda di cibo a far nascere un gesto di pace, è segno che la pace la fanno i gesti, non le parole. E cioè un perdono, una riconciliazione, un abbraccio, una mail di chiarimento, una preghiera, un pianto.
Concludo: sul nostro pianeta, l’Ucraina e il Medio Oriente non sono gli unici luoghi di guerra, ce ne sono almeno un’altra sessantina. Qualcuno li ha contati. Bene, collochiamo simbolicamente sull'altare, accanto al pane e al vino, tutti questi luoghi di morte e diciamo:
Signore, come nel caso dei soldati russi, ispira in ogni luogo di guerra,
gesti e sguardi capaci di far fiorire un po' più di pace.