Omelia di Sabato 6 gennaio 2024 - Epifania del Signore
I Magi, cosa mai avran da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità? Risposta: “Hanno - e come! - cose belle e importanti da dirci.”
> Innanzitutto mi piace vedere nel loro lungo e difficile viaggio un appello a essere pure noi come loro: aperti, coraggiosi, non chiusi e né schiavi del proprio orticello di casa. Dio attraverso i Magi ci dice: abbatti le tue pigrizie, allarga i tuoi orizzonti, apri le finestre della mente e osserva quanto il Cielo e la vita hanno di bello, di sano e di costruttivo da offrirti.
C’è per tutti un rischio: il provincialismo! Il provincialismo è l’atteggiamento di chi, vivendo in un ambiente piccolo, isolato e circoscritto, senza contatti con ambienti culturalmente più aggiornati, vive credendo che il suo piccolo mondo sia il mondo intero, e così vive con visuali ristrette, di provincia, fin meschine. Bene, c’è pure il provincialismo religioso: è quello di chi crede che il suo piccolo orticello parrocchiale o il suo gruppo ecclesiale sia il tutto. E così mai si misura con tutto il bello che Dio opera nella Chiesa universale o anche al di fuori della Chiesa stessa. Ecco perché, per fare un esempio, è importante l’amicizia con qualche missionario: è un aiuto a rimanere persone aperte e con orizzonti ampi. Mi sembra che i Magi ci dicano: non frequentare sempre e solo chi la pensa come te! Non ti deve bastare ciò che accade nei prati di casa tua, bella fin che vuoi. Sappi che c’è un oltre: anche in questo oltre Dio abita e da lì ha qualcosa di bello per te.
> Seconda cosa - Qui mi rivolgo ai giovani presenti: molti film e dipinti raffigurano i Magi come persone mature, con tanto di barba bianca, ma questo non è scritto nel Vangelo: io dico che se la loro impresa fu davvero così ardua, probabilmente erano persone giovani; un anziano non avrebbe retto a tanta tribolazione. Ecco perché dico: è una tragedia quando i giovani smettono di sognare, quando non credono che si possa cambiare il mondo. Essere giovani e non coltivare sogni è una contraddizione. Un autore ha detto: La più grande tragedia avrà inizio quando i giovani non vorranno più cambiare il mondo. E’ verosimile che i Magi, intraprendendo il loro lungo e difficile viaggio, siano passati per degli invasati. Ma io trovo addirittura che sia un buon segno che a un giovane venga detto: “Sei un idealista, un utopista, sta coi piedi per terra!”
> Ultima cosa, la descrivo così: occhio agli errori! Dico così perché i Magi nel loro viaggio fecero diversi sbagli: arrivarono nella città sbagliata, parlarono del bimbo Gesù con l’uccisore di bambini, perdettero la stella, cercavano un re e trovarono un bimbo. Tuttavia non si arresero, perché? Ma perché fare errori non significa aver sbagliato tutto. Se sbagli strada, commetti un errore, non un peccato. In tutti i modi, se i Magi perseverarono, fu perché in loro dominava l’assoluta certezza che quanto avevano deciso aveva l’approvazione dall’Alto.
Grazie, santi Magi del coraggio, della costanza, della volontà e del fortissimo desiderio di
conoscere e incontrare il Messia. Il vostro esempio ci sproni a imitarvi.