Omelia di Domenica 14 gennaio 2024 - II Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Due giovani e Gesù, ecco i protagonisti del Vangelo di questa seconda domenica di gennaio: due giovani che passarono dall’essere discepoli di Giovanni Battista all’essere discepoli di Gesù. Cito testualmente: e i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. I due erano Andrea e Giovanni. Pensate, tra Giovanni Battista e questi due giovani c’era un legame, un affetto, un’amicizia, eppure il Battista, loro padre spirituale, preferì non tenerli al proprio seguito ma li indirizzò a Gesù. Tocchiamo qui il tema importante del distacco.
Un eccessivo attaccamento alle persone non va bene, perché può divenire possessività. Nessuno è proprietario dell’altro, nemmeno tu papà e mamma verso i tuoi figli. La possessività è un amore comprensibile, ma sbagliato. Quanti amori possessivi! Credetemi, ci fa bene riflettere su una figura come Giovanni Battista perché su questi temi del distacco, della possessività, del giusto modo di relazionarsi, è stato davvero un maestro. La vita è fatta di distacchi e quando arriva il loro momento occorre essere bravi nel gestirli. Fateci caso, il distacco fa parte della vita. Non nasciamo esattamente così? Per nove mesi siamo stati una cosa sola col corpo di nostra madre, poi ce ne siamo staccati. E ce ne siamo dovuti staccare, altrimenti avremmo messo in pericolo la vita nostra e di nostra madre. Cos’è un matrimonio se non un distacco? Cos’è un’esperienza all’estero se non un distacco? Cos’è un lutto familiare se non un doloroso distacco? Cos’è un cambio di scuola o di lavoro o di abitazione se non un distacco? Cos’è la morte se non il massimo dei distacchi? Ripeto, la vita procede così, per distacchi e guai se non fosse così. Lasciate che ve dica io che di distacchi ho una certa esperienza: in 45 anni che son prete, son passato per numerose parrocchie. E ogni volta c’è stato nel mio cuore un distacco non facile da vivere. Che il Signore aiuti tutti a vivere i distacchi che la vita chiede non come una perdita ma come una maturazione.
> Ancora. Nel Vangelo di questa domenica a un certo punto si dice: erano circa le quattro del pomeriggio. Quando, di un’esperienza passata, non solo ricordiamo l’anno, il mese e il giorno, ma anche l’ora, è perché è stata un’esperienza molto significativa. Chi ha mai detto che tutti i giorni sono uguali!? Non è vero: ci sono giorni nei quali avvengono cose che ci toccano talmente da renderli indimenticabili. Agli sposi e ai fidanzati presenti, dico: non venitemi a dire che non ricordate il vostro primo appuntamento amoroso! Bene, ci ha appena detto l’evangelista Giovanni che il suo primo appuntamento con Gesù fu un’esperienza così: fu un incontro talmente speciale che non ne ricordava solo il giorno, ma anche l’ora, le quattro del pomeriggio. E così quel pomeriggio non fu un pomeriggio come tanti, ma un pomeriggio speciale. Notate, Giovanni scrisse il suo Vangelo molti anni dopo quell’incontro memorabile. L’augurio è che anche a noi accada quanto accadde all’apostolo Giovanni. Ecco perché, come conclusione, lascio a me e a voi due domande: “le quattro del pomeriggio” è stata un’esperienza anche nostra? Nella storia della nostra fede c’è stato qualche evento che ci ha talmente segnato in bene, che di esso ricordiamo non solo il giorno, il mese e l’anno, ma anche l’ora?