Omelia di Domenica 18 febbraio 2024 - I Domenica di Quaresima, Anno B
L’apertura del Vangelo è stata questa: lo Spirito Santo sospinse Gesù nel deserto dove rimase 40 giorni. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Vorrei tentare un’attualizzazione di queste parole. Ho in mente due considerazioni.
> Parto dalla prima parte della frase: stava con le bestie selvatiche e gli angeli.
E’ un modo simbolico per descrivere il vivere umano. Nella vita di tutti c’è sempre qualcosa che ci spaventa e qualcosa che ci consola, qualcuno che ci accarezza e qualcuno che ci ferisce, un angelo custode ma anche il Maligno pronto a danneggiarci. Come per Gesù, pure nel caso nostro ci sono bestie ed angeli che ci accompagnano. Ora, il punto è essere capaci come Gesù di stare in compagnie non facili, di stare in contesti difficili. Dobbiamo essere come gli alberi che accettano l’arsura dell’estate e il gelo dell’inverno. Gesù, col Vangelo di questa prima domenica di Quaresima si offre di affiancarsi a noi per aiutarci a saper stare in contesti in cui è molto difficile stare. Cos’è la sopportazione, l’ingoiare rospi, il resistere, la pazienza se non la capacità di stare in situazioni complesse e di convivere con il non amabile e il poco sopportabile? Vivere è convivere, cioè vivere-con: con successi e fallimenti, con il buon grano e la zizzania, con amori e tradimenti, con i simpatici e gli insopportabili, col male e col bene, con “angeli e bestie” per dirla col Vangelo. Ora, attenti: convivere non è integrarsi. Bene e male sono alternativi, non integrabili, non possono e non devono integrarsi. Convivere invece sì, perché diversamente non è possibile. Un mio maestro spirituale, p. Giovanni Vannucci, diceva: il nostro cuore è come un pezzo di terra, contenente chicchi di buon seme e chicchi di erbacce; è come un pezzo di terra dove bene e male intrecciano le loro radici.
> Passo alla seconda parte della frase: e gli angeli lo servivano.
Anche per noi come per Gesù c’è un angelo che vuole servirci, che vuole servire il nostro bene, la nostra fede, la nostra libertà, il nostro coraggio, i nostri amori. Vi confido una cosa: nella storia mia personale io ho avuto angeli che mi hanno cambiato la vita. E chi sono questi angeli visibili? La mia sposa o il mio sposo, un amico o un’amica, un prete, un genitore, un educatore, un allenatore. Dovremmo dire più spesso a certe persone: tu per me sei stato un angelo! Si racconta che Dio disse ad un suo prediletto: ti manderò un Angelo senz’ali, affinché non ti venga il sospetto di avere allucinazioni o visioni particolari. E che sia un angelo lo capisci soprattutto da una cosa: non cerca di portarti verso di lui, ma verso te stesso. Meglio, cerca di portarti verso Dio e nel portarti verso Dio, ti fa essere il meglio che puoi essere. Il punto da cogliere credo che sia questo: nella vita abbiamo bisogno di accompagnatori, abbiamo bisogno di essere custoditi, da soli non ce la facciamo. Questa mattina allora rientriamo a casa con questa domanda: se Gesù nel deserto godette della compagnia di angeli, se a Maria fu inviato l’angelo Gabriele, qual è l’angelo che Dio ha pensato per la mia vita?