Omelia di Domenica 25 febbraio 2024 - II Domenica di Quaresima, Anno B
Gesù un giorno, ce lo ha riferito il Vangelo, chiese a tre dei suoi amici - Pietro, Giacomo e Giovanni - di accompagnarlo su un monte. E lassù cosa avvenne? Che si trasfigurò davanti a loro. Cosa fu questa trasfigurazione? Fu un’intensa esperienza spirituale, durante la quale i tre apostoli, come in visione, ebbero davanti il Signore nella sua divinità, nella sua gloria celeste. La trasfigurazione fu un regalo di Gesù ai suoi amici, fu un pezzetto di Paradiso, che fece gustar loro in anticipo. Domanda: cos’ha da dire a noi un episodio del genere?
Diverse cose, io ne colgo una, che traggo dalle parole di Pietro: Signore facciamo qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Mi son detto: perché non facciamo nostra l’idea di Pietro? Perché non costruiamo pure noi tre tende (parlo per metafora s’intende): una per Elia, una per Gesù e una per Mosè.
- Parto dalla tenda per Elia - Se Elia fu il numero uno dei profeti, costruire una tenda per lui e stare in tenda con lui significa cercare di essere come lui, persone con una missione importante da portare avanti. Io credo che chi nella vita non si sente con una missione da svolgere, sciupi la sua vita, oltre che viverla nella malinconia. Essere credenti è sentirsi investiti di un compito. Vivere non è un mestiere, è una vocazione. Essere come Elia significa far sì che ci sia, nella propria vita, un filo conduttore, una trama, un percorso, una prospettiva. Disse il vescovo Tonino Bello: Chi non vive con delle ragioni non ha ragioni per vivere.
- Passo a Gesù: fare una tenda per Gesù e stare in tenda con Lui, significa imparare ad amare come ama Lui, a giudicare come giudica Lui, ad accostarsi alle persone come le accosta Lui, in una parola, a essere come Lui. Se il perché della nostra vita si chiama Gesù, accadrà pure a noi di dire le parole di S. Paolo della seconda lettura: se Dio è per noi chi sarà contro di noi?
- Passo a Mosé. Mosè, lo sappiamo, fu una delle guide più straordinarie del popolo ebreo. Fare una tenda per lui ed essere in tenda con lui significa imparare ad essere adulti responsabili, guide vere, educatori affidabili. Vi faccio qualche esempio di come essere guide vere: essere non di scandalo alle persone, saper farsi carico delle persone, saper generare qualcuno alla fede, essere luce per qualcuno.
Signore, grazie perché anche in questa seconda domenica di Quaresima,
seconda tappa verso la Pasqua ci hai offerto spunti per vivere più secondo la tua volontà.