Omelia di Domenica 5 maggio 2024 - VI Domenica di Pasqua, Anno B
Il Vangelo di questa domenica è un gioiellino: in esso compaiono parole più che importanti: amore, amicizia, scelta, portare frutto. tre frasi in particolare mi hanno colpito, sono quelle in cui Gesù unisce due parole: amore e comando. Eccole: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri… Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando… Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Qualcuno potrebbe obiettare: non è improprio abbinare le due parole amore e comando? Da quando in qua si ama su comando? Da quando in qua si comanda all’amore? Da quando in qua si ama su ordinazione? L’amore non sopporta l’obbligo. Io non ho mai sentito dire ad es.: Mi tocca amarti.
- Bè, il Vangelo di questa domenica ha qualcosa da dire in merito. Per esso, ci sono due generi di comando. Ci sono comandi e obblighi che arrivano a noi dall’esterno (l’insegnante che dice al ragazzino: Tu adesso stai seduto e fermo, chiaro!). Ma ci sono anche comandi e obblighi che vengono a noi dall’interno di noi. Non diciamo a volte: Visto tutto quel che fai per me, mi sento in obbligo di ricambiarti. Tutti i sacrifici che si fanno volentieri, per amore non sono un obbligo ma un piacere. Per chi ama, fare un sacrificio è amore, non fatica. I nonni presenti sanno che è faticoso tenere i nipotini mentre i propri figli (i genitori) sono al lavoro, ma come fanno volentieri questo sacrificio! Credo che una ragione che ha portato per Gesù a parlare di amore in termini di comando sia questa: solo un amore comandato può giungere ad amare l’antipatico o chi ci ha fatto del male.
- Tocchiamo qui il tema del dovere. Quand’ero in Seminario, i nostri educatori ci dicevano: Fate ogni giorno qualcosa di buono che non vi piace. Consiglio prezioso, perché? Perché è soltanto quando c’è il dovere di amare, che l’amore è garantito per sempre. La persona che ama veramente, vuole amare per sempre. Come puoi amare una persona insopportabile se l’amore non è anche un dovere? Si dice: ti sposo perché ti amo. Io preferisco che si dica: ti sposo perché voglio amarti, ti sposo perché ho deciso di amarti. Chi ama è ben felice di dover amare, anzi gli sembra l’imperativo interiore più bello e liberante del mondo. Dove voglio arrivare? A dire che se da una parte fare le cose per puro dovere è pochino, dall’altra per fare il bene sempre, verso tutti, c’è bisogno della parola ‘dovere’. Diciamolo: è il dovere che produce tanto bene nel mondo. Togliete il dovere dalla vita e non so dove si andrà a finire. E allora per tenere insieme le due parole ‘amore e dovere’, io dico: mentre il senso del dovere ci fa compiere le cose da fare, l’amore ce le fa compiere bene.
Gesù, nel Vangelo ci hai detto ‘Rimanete nel mio amore’. Se ci hai detto così, è perché il tuo amore in noi c’è già. E allora, fallo rimanere! Fa sì che la nostra relazione con Te e il prossimo sia sostanziata di dovere, desiderio e slancio.