Omelia di Domenica 19 maggio 2024 - Pentecoste
O Padre, che santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo. E’ la preghiera pronunciata all’inizio della Messa. E la prima lettura della Messa ha menzionato alcuni di questi popoli della terra: parti, medi, elamiti, giudei, egiziani, cirenei, romani, cretesi, arabi. Questo elenco di popoli mi fa dire: Dio è il Dio di tutti e non di qualcuno soltanto. Di Dio nessuno ha l’esclusiva, né il monopolio. La terza Persona della SS.ma Trinità, lo Spirito Santo, di cui oggi è la festa, ci tiene ricordata la dimensione universale di Dio. E cioè: Dio è nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia o come desiderio.
- Detto questo, però, una questione rimane e non è da poco: se Dio non agisce solo nei cristiani, ma in tutti, tipo quelli menzionati dalla lettura biblica (giudei, medi, egiziani, parti, elamiti, cirenei, romani, cretesi, arabi) come si colloca la nostra religione rispetto alle altre? Se Dio è nel contempo il Dio nostro e il Dio di tutti, perché val la pena rimanere cristiani? Una religione vale l’altra? Tempo fa un giovane m’ha provocato così: se tu don fossi nato a Teheran, saresti cresciuto tutto islamico e adesso forse non saresti un prete cattolico, ma un imam. Questa cosa non ti fa riflettere sull’intoccabilità della tua religione? (...) A tutti questi quesiti, legittimi, ritengo che la risposta da dare sia questa. Noi cristiani abbiamo avuto il grande dono di aver conosciuto e incontrato Gesù, e non ci poteva accadere di meglio. Proprio per questo, Gesù non lo barattiamo con nessuna altra offerta religiosa. Ma è proprio questo Gesù che ci chiede di avere verso tutte le altre spiritualità rispetto e stima. Se Dio nella sua libertà decide di parlare non solo dai microfoni delle nostre chiese, ma anche dalla voce di altre culture e tante persone rette, pur se non credenti, non solo non dobbiamo starci male, al contrario, ne dobbiamo godere. Visto che oggi è Pentecoste, festa dello Spirito Santo, mi piace ricordare una celebre frase di S. Tommaso d’Aquino: Ogni verità, da chiunque venga detta, viene dallo Spirito Santo. E allora... impariamo a godere del bene, ovunque viene fatto e da chiunque viene fatto. Racconta la Bibbia che Dio si servì di un pagano, Ciro re di Persia, per riportare in patria dall’esilio babilonese, il popolo ebreo.
- Ecco perché ci sono 3 parole importanti che soprattutto in questo tempo di pluralismo religioso, dobbiamo saper armonizzare: identità, umiltà e apertura. L’identità ci fa essere fieri del nostro essere cristiani e non ci fa barattare la nostra religione con nessun’altra. L’umiltà c’impedisce di sentirci superiori o giudicanti. L’apertura ci consente di cogliere la presenza di Dio anche in altre concezioni della vita. Credo che la giusta sintesi sia questa: credenti in Gesù e innamorati di ogni uomo. Se la fede che abbiamo non diviene amore per tutti, fede non è.
Spirito Santo mantienici fieri della nostra appartenenza a Gesù e alla Chiesa, aggredisci però le nostre chiusure, allarga le nostre capacità d’amare e aiutaci a gioire per le cose belle ovunque fioriscano.