Omelia di Domenica 16 giugno 2024 - XI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Un uomo getta il seme nel terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Sono le parole di Gesù appena udite nel Vangelo.
1) Premetto una cosa: il Vangelo è sempre rivolto a tutti, ma quello di questa domenica è in particolare rivolto a chi è ansioso, affannato e sempre con la volontà di avere tutto sotto controllo. Vi dico il perché. Le parole dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce, fanno riferimento a un miracolo in natura di cui purtroppo non ci stupiamo più: un giorno semini e il seme va sottoterra, pochi giorni dopo c’è già il piccolo stelo che vien fuori dalla terra, poco tempo dopo vedi già lo stelo col bocciolo, e il giorno dopo vedi che si apre il fiore… il tutto senza alcun intervento esterno. Tutto fa la natura! Ecco perché dico: Come sono pacificanti queste parole di Gesù! Un Gesù che è come se ci dicesse: Tranquilli amici! Un contadino, dopo aver seminato, corre di continuo dal seme che è sottoterra per ricordargli che deve germogliare? Sta forse alzato di notte a tenere sotto osservazione il terreno? O non piuttosto, una volta seminato va a fare tranquillamente le sue cose, sapendo che il seme compie da solo il suo cammino?! Il seme, insieme al sole e alla pioggia che riceve, ha in sé tutto il necessario per diventare germoglio, poi arbusto, poi albero. C’è tutto in natura, indipendentemente dalla volontà dell’agricoltore. Rilassatevi quindi, vuol dirci Gesù, dormite sonni tranquilli, perché c’è Dio che provvede. Lui, pur non dandolo a vedere, rimane attivo, non vi molla, vi accompagna.
- Ecco il messaggio rasserenante che ci consegna questa terza domenica di giugno. Gesù vuole sdrammatizzare le nostro ansie. Ci vuole più pazienti, più attendisti, più fiduciosi, più capaci di lasciar perdere l'affanno, più capaci di cacciar via la mania del tener tutto sotto controllo, più convinti che non si riesce a capire tutto della vita. Non è vero che tutto dipende da noi e dalla nostra buona volontà.
2) Ma c’è di più: la troppa preoccupazione, l’ansia, l’affanno sono il segno di una scarsa fede, sono il segno che nemmeno di Dio ci fidiamo poi del tutto, anche se non lo diciamo. Al che Signore ci obietta: Ma ci son qua io con te, rimani tranquillo. Tu non sei la tua ansia, l’ansia è solo un ospite a cui hai purtroppo dato il permesso di entrare nella tua vita.
3) Vi racconto una storia. Una bambina di otto anni sale su un aereo per New York, mostra il suo biglietto e prende posto. Apparentemente sicura, intelligente, tira fuori un libro da colorare. Quel volo però non fu molto rilassante, c'era molto vento e tanta turbolenza. A un certo punto ci fu una scossa molto forte e tutti i passeggeri s’impaurirono. La bambina però continuava a colorare il suo libro, calma e tranquilla. Una donna, seduta lì vicino, le chiese: ‘Ma come fai ad essere così calma?’ E la bimba: ‘Ma è mio padre il pilota!’
Traduco per noi questa storiella: quella donna che si meraviglia della bimba siamo noi, la bimba è il vangelo rassicurante di questa domenica. Che fare? Portiamoci a casa questa mattina due parolette, PIU’ FIDUCIA: più fiducia in chi ci vuol bene, più fiducia negli amici veri, più fiducia nella Chiesa e nel Papa, e soprattutto più fiducia nella Provvidenza.