Omelia di Domenica 20 ottobre 2024 - XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Quando andavo a catechismo, una delle domande che la catechista faceva era: cos’è venuto a fare Gesù nel mondo? Bè, nel vangelo di questa domenica c’è la risposta a questa domanda: Gesù è venuto nel mondo per servire. Cito il testo: il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire.
- Ci chiediamo: servire chi? Servire cosa? E’ venuto a servire la nostra felicità, la nostra libertà, la nostra vocazione. Badate che a quei tempi nessuno pensava ad un Messia così. Prima di Gesù l’idea era che il Messia sarebbe stato il padrone del mondo, con Gesù la definizione cambia: il Messia sarà il servitore del mondo. Noi abitualmente non abbiniamo le due espressioni “Figlio di Dio e servo” perché la parola servizio sa di soggezione, rango basso, manovalanza, essere dei dipendenti o dei domestici o delle badanti, stare zitti, non pretendere mai d’avere l’ultima parola. E invece per Gesù servire non è per nulla un declassamento bensì un gesto grandioso. Per lui, servire non diminuisce, né toglie la dignità dell’uomo. Al contrario, gli conferisce la vera grandezza. Se il canto dei Gen Verde dice Servire è regnare, ascoltando il vangelo di questa domenica dovremmo dire Regnare è servire.
- Ma c’è di più. Io trovo commuovente la riga del Vangelo dove Gesù chiede: che cosa volete che io faccia per voi? Che era come dire: in cosa posso esservi utile? A noi fa la stessa domanda: dimmi, cosa posso fare per te? Domenica prossima sentiremo che nel Vangelo, a un cieco Gesù dirà: cosa vuoi che io faccia per te? Non è facile nelle altre religioni trovare un Dio che si pone con le persone come il nostro Dio: voglio fare qualcosa per te, cos’è che ti manca? Per farla breve, noi crediamo in un Gesù la cui prima preoccupazione non è ricevere onori, ma chiederci come stiamo e in che cosa Lui può esserci utile. Proposta: ognuno adesso si raccolga, si concentri e provi a pensare a cosa chiedere a Gesù per sè. Questa cosa la possiamo dire al Signore ad es. quando alzo l’Ostia alla consacrazione. Dunque è “servire” la parola chiave di questa liturgia domenicale, che dobbiamo portarci a casa. Per Gesù, dopo il verbo amare, il verbo più bello è servire, che poi altro non è che la declinazione del verbo amare. Quindi,
* Quando la parolina tu è più importante della parolina io
* quando il non tocca a me non è quasi mai sulle nostre labbra
* quanto ripetiamo con pazienza una parola a chi è un po' sordo
* quando diamo un ulteriore possibilità a chi ha sbagliato già alcune volte
* quando sopportiamo le persone invadenti o pese
... bè, quando c’è tutto questo, è il caso di rallegrarsi perché è segno che ci siamo sulla strada che Gesù ci ha indicato.
Vorrei concludere con un pensiero a Maria, visto che siamo nel suo mese:
Maria, tu che hai fatto della tua vita un servizio costante e umile, aiutaci ad assomigliarti.