Omelia di Domenica 5 gennaio 2025 - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe - Anno C
“Venne fra i suoi, ma i suoi non lo accolsero.” E’ stata questa frase (amara) del Vangelo a darmi lo spunto per l’omelia. Perché Gesù non fu da tutti accolto? Perché non s’aspettavano un Messia così. Mangiava con quelli che nessuno avrebbe mai invitato a cena. Era troppo simile a tutti. Ora, per gli ebrei, credere in un Messia così vicino da poterlo confondere con uno di loro, era davvero troppo. Ecco perché non da tutti Gesù fu accolto. Possiamo dire che la storia di Gesù è stata una storia di espulsioni.
* Era ancora bambino… e fu costretto ad emigrare in Egitto.
* Un giorno, tornando nel suo paese d’infanzia, Nazareth, ebbe un impatto così poco felice, che il testo del Vangelo annota: si alzarono e lo cacciarono fuori dalla città.
* Un altro giorno, i suoi parenti lo vennero a prelevare perché tutti dicevano ‘E’ fuori di sé.’
* Pure con i suoi 12 apostoli non gli andò bene, se è vero che uno lo tradì, un altro lo rinnegò e quasi tutti al momento della morte in croce, se la diedero a gambe.
Queste vicende di Gesù co ci insegnano? Che se io vengo rifiutato perché sono cattivo è un conto; se io vengo rifiutato perché sono indisponente, vada. Ma se io vengo rifiutato perché sono cristiano, in questo caso non devo assolutamente ritenermi in errore, perché a Gesù per primo capitò la stessa cosa. E se accadde a Gesù, prima o poi accade anche a noi suoi discepoli, se discepoli autentici vogliamo essere.
Visto che sono in tema di accoglienza, colgo l’occasione per fare due precisazioni sul tema dell’accoglienza tra noi.
La prima - L’accoglienza è un dove cristiano e va riservata a tutti, ma accoglienza non vuol dire legittimare. Cioè: se io ti accolgo, non è detto che io debba accogliere anche le tue idee. Accoglienza non vuol dire approvare le scelte di chi accolgo. Un genitore forse approva tutte le scelte che del figlio? Eppure quel figlio rimane un figlio caro. Se ti abbraccio, abbraccio la tua persona, non necessariamente le tue decisioni. Se io soccorro un mussulmano, forse che lo sono anch’io? Ecco allora il punto: l’accoglienza è a prescindere, se no vera accoglienza non è. Quindi, l’accoglienza fa parte dell’amore del prossimo, non deve escludere nessuno e però va intesa come ho cercato di dire.
Per la seconda precisazione, attingo al tema ‘famiglia’. Noi tutti siamo vivi grazie all’accoglienza di una donna, grazie a una madre che ci ha offerto il suo grembo, dove ci ha tenuti per nove mesi. E una volta nati, l’accoglienza verso di noi è continuata. Ma prima ancora c’era stata la celebrazione del matrimonio, in cui ci si è detti: “Io accolgo te.” Dunque, pure il matrimonio è un’accoglienza, un accettarsi, un venirsi incontro. Matrimonio e maternità sono due eventi di accoglienza. Mi vien da dire: accogliere, voce del verbo amare, meglio, voce del verbo vivere.
Signore, in tema di accoglienza, abbiam bisogno del tuo soccorso. Rendici capaci di gesti ospitali. Viviamo in tempo in cui è difficile l’accoglienza: la paura è nemica dell’accoglienza, vediamo agguati dappertutto, lo straniero ci insospettisce, fin innanzi a gesti buoni siam portati a non fidarci. Signore tienici stretti stretti a te.