Omelia di Lunedì 6 gennaio 2025 - Epifania del Signore - Anno C
I Magi… cosa mai avran da dirci personaggi così lontani dalla nostra sensibilità? Credetemi, s’impara molto dalla loro storia.
> Innanzitutto mi piace vedere nel loro lungo e difficile viaggio un appello a essere pure noi come loro, coraggiosi, intraprendenti e non a rimanere appollaiati nell’orticello delle nostre cose. Dio attraverso i Magi ci dice: abbatti le tue pigrizie, allarga i tuoi orizzonti, osa! C’è un rischio nella vita di noi credenti: il “provincialismo religioso”. Cos’è? È credere che ci basti, per essere buoni cristiani, vivere nel nostro orticello parrocchiale o nel nostro gruppo cristiano. E così non ci si misura mai con tutto il bello che Dio opera oltre la nostra esperienza cristiana. Ecco perché, è importante l’amicizia con qualche missionario: una tale amicizia ci aiuta a rimanere aperti e con orizzonti ampi. Un mio prof. di teologia molto aperto, diceva a noi studenti: “Se saprete mantenervi con una mente aperta e una fede aperta, scoprirete cose, che a rimanere sempre dove siete, non vedrete mai.” I Magi ci dicono: Non ti deve bastare ciò che accade nei prati di casa tua, belli fin che vuoi. Sappi che c’è un “oltre”: anche in questo “oltre” Dio abita e se arrivi lì, qualcosa di bello troverai.
> Seconda considerazione - Mi rivolgo ai giovani presenti: molti film e dipinti raffigurano i Magi come persone mature, con tanto di barba bianca, ma questo non è scritto nel Vangelo: io dico che se la loro impresa fu davvero così ardua, probabilmente erano dei giovani; un anziano non avrebbe retto a tanta tribolazione. Ecco perché dico: è una tragedia quando i giovani smettono di sognare, quando non credono che si possa cambiare il mondo. Essere giovani e non coltivare sogni è una contraddizione. Un autore ha detto: “La più grande tragedia avrà inizio quando i giovani non vorranno più cambiare il mondo.”
> Ancora. E’ verosimile che i Magi, intraprendendo il loro lungo e difficile viaggio, siano stati giudicati degli invasati. Non è difficile immaginare le obiezioni che ricevettero: “Ma chi ve lo fa fare? Val la pena che facciate un viaggio con così tante incognite? Ma perché vi mettete così alla prova? E alla vostra famiglia, che rimane senza di voi per un bel pezzetto di tempo, chi pensa? Perché vi azzardate così tanto?” Insomma, non è da escludere che i Magi siano passati per degli irresponsabili. E allora io dico a loro favore: se così decisero, fu perché in loro dominava l’assoluta certezza che quanto s’apprestavano a fare aveva l’approvazione dall’Alto. Essi non consultarono le loro paure, ma il loro coraggio. Non dimentichiamolo: ogni volta che il mondo migliora è perché c’è stato un coraggioso. E allora, per concludere, lascio a me e a voi uno degli appelli che ci offre la vicenda dei Magi: “Quando sei davanti ad un compito difficile, se Dio è con te, comincia! Parti!”