Omelia di Domenica 19 gennaio 2024 - II Domenica del Tempo Ordinario, Anno C
“Non hanno vino” è la frase della Madonna a Gesù durante le nozze di Cana. Ce lo ha appena riferito il Vangelo. Ora, se a quella festa, Gesù non avesse trasformato l’acqua in vino, la festa si sarebbe tenuta ugualmente, ma non sarebbe stato lo stesso. Noi tutti troveremmo strano a un pranzo matrimoniale trovare sulla tavola solo acqua e non vino.
Ora, cerchiamo adesso di tradurre per noi il significato di quel vino mancante. La domanda è: qual è il vino mancante nella nostra vita? Quali sono, nella nostra vita, quelle assenze/quei vuoti importanti che ci pesano? Faccio alcuni esempi.
- Se non saluti al mattino quando esci di casa, la tua giornata va avanti lo stesso. Se non dici mai grazie a nessuno, la tua giornata procede ugualmente. Se nella tua famiglia non fai mai nessun regalo, non muore nessuno. Se non ricordi mai nessun anniversario, mica casca il mondo. Se non preghi, di certo Dio non ti cancella dal suo libro. E tuttavia queste mancanze, pur non suscitando tragedie, sono la spia di un vivere non bello, non gioioso, non completo.
- Immaginiamo un pranzo di nozze dove niente va storto (tutti mangiano, il cibo è buono, i novelli sposi girano per tavoli...) eppure non c’è brìo, non c’è un vociare allegro, nessuno grida viva gli sposi!, in questo caso qual è il vino mancante? E’ la vivacità e l’entusiasmo, tipiche caratteristiche di ogni festa. Quando in una festa non ti vien da dire: “Ma che bella è questa festa!” è segno che qualcosa non ha funzionato.
Proseguo. Se allarghiamo lo sguardo alla nostra società, cosa vediamo? Vediamo una società il cui vino mancante lo descrivo così:
Ragazzi senza nessuno che li educhi - Persone senza fede - Gente senza sorriso - Poveri senza alcun aiuto - Dirigenti e autorità senza umiltà - Insegnanti senza passione - Essere insieme a tavola senza dirsi una parola - Matrimoni senza più amore - Genitori e figli senza un buon rapporto, ecc...
La parolina ‘senza’ è il vino mancante di cui ci ha parlato il Vangelo e fa riferimento a quei vuoti, pesi come un macigno, che sono nella vita di tanti. Ci occorre, vicino, una persona come Maria, anzi Maria stessa, che come alle nozze di Cana ci segnali ciò che non c’è e ci aiuti nella soluzione.
- Voglio accennare ad un particolare. In quel pranzo di nozze Gesù, Maria e la servitù furono talmente bravi che non fecero capire che ci fu un miracolo. Tutti bevvero - e che vino bevvero! - senza sapere dell’intervento miracoloso di Gesù. Tutto avvenne come dietro le quinte. Fu un miracolo senza effetti speciali. Nessuno capì. Pensate, Gesù diede inizio ai suoi miracoli (perché quello di Cana fu il primo) con un prodigio non eclatante, che sembrò vestito di normalità. Gli invitati gustarono gli effetti del buon vino, ignari di come quella buonissima bevanda arrivò sulla tavola. Il nostro è un Dio così: ci trae fuori da situazioni imbarazzanti senza lasciarcelo intendere, senza farcelo pesare, senza metterci la firma. Che dire allora? Questo:
Gesù, due cose vogliamo dirti. Innanzitutto GRAZIE per aver scelto come luogo del tuo primo miracolo una festa, un momento di gioia, segno che tu credi in momenti così. Ti chiediamo: come hai risolto il disguido del vino mancante, metti mano anche ai disguidi presenti nelle nostre vite.