Da questa settimana potrete trovare sul sito le omelie domenicali di don Fernando. Quella che segue è l'omelia di domenica scorsa, 15 luglio.
Omelia XV^ Domenica del tempo Ordinario 15 Luglio 2018
Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli 2 a 2 ... e ungevano con olio molti infermi: è su queste parole del Vangelo che svolgo una breve riflessione.
> Parto da chiamò i Dodici e prese a mandarli.
E’ proprio così: quando si accoglie la chiamata di Gesù si è subito in movimento. Gesù mette in cammino o, se volete, lo fa riprendere. Dove arriva Lui, Lui accende, non spegne. Ad ogni suo arrivo, qualcosa si muove, qualcosa fiorisce. Al fondo delle parole li chiamò e prese a mandarli ci sta quest’idea: la vita non è stagnazione, è movimento; la vita non è un incrociare le braccia ma un cammino.
E’ stato così per Abramo che partì da Ur dei Caldei (alzati e va', gli disse Dio).
E’ stato così per il profeta Giona (alzati e va' a Ninive, gli fu detto).
E’ stato così per l’apostolo Matteo, il quale sentendosi chiamato subito si alzò e perse a seguirlo, dice il testo evangelico.
Eccoci allora al punto: consentiamo a Dio di venirci a snidare da una vita stanca, forse malinconica, seduta, in modo da ripartire. Se è vero che nella vita di tutti ci sono battute d’arresto, Dio è esattamente Colui che sa rimettere in moto.
Ora, se cammini, è perché un po’ di speranza ti è rimasta; se cammini è perché c’è un motivo dentro di te che non ti tiene fermo.
Nella Chiesa ci sono realtà che vengono chiamate “movimenti”.
Bè, se movimento vuol dire muoversi, essere in cammino, questa è una caratteristica di tutta la Chiesa, anche di coloro che ‘movimenti’ non sono, cioè parrocchie, associazioni, ordini religiosi, monasteri.
Ai movimenti ecclesiali spetta questa testimonianza: spronare l’intera comunità a muoversi e a non rimanere seduta.
Questa mattina allora, portiamoci a casa queste domande: in questo momento della mia vita sono seduto? Le preoccupazioni che ho, hanno preso il sopravvento al punto da bloccare in me la speranza, la serenità e fin la fede?
Se così fosse, il Vangelo di questa domenica è quel che ci vuole, perché ci chiede - fosse anche per l’ennesima volta - di ri-scommettere su Gesù, di ri-scegliere Gesù, il solo capace di ricaricare le pile dei nostri slanci. Siamo a Messa per questa ragione.
> E vengo all’altra espressione: a due a due.
Gesù, ci ha detto il Vangelo, mandò i suoi apostoli a due a due.
Perché non uno alla volta? Ma perché quando si è soli si può fin dubitare d’essersi sbagliati, essere invece almeno in due è un’altra cosa.
A Gesù preme che si vada insieme, l’uno a fianco dell’altro, unendo le forze. DUE dice sostegno reciproco e fa dire: c’è qualcuno con me.
Se si è soli, no, ma se si è anche appena in due, può fin sbocciare un’amicizia, un abbraccio, una confidenza.
E’ molto bello che Gesù abbia previsto per i suoi apostoli un bastone che ne sorreggesse il cammino e un amico che ne sorreggesse il cuore, un bastone per appoggiarvi la propria stanchezza e un amico per appoggiarvi la propria solitudine. Essere cristiani è un’esperienza comunitaria e non di isolamento. Che tristezza non aver nessuno con cui condividere le proprie emozioni! Tra l’altro, è quando si è in gruppo o in amicizia o in comunità che ci s’accorge che, pur diversi, si è sostanzialmente uguali davanti a Dio.
> 3^ cosa. Il Vangelo ha riferito che quel giorno gli apostoli non andarono in giro casualmente, ma si recarono da persone malate e disturbate, indemoniati venivano chiamati.
Mi viene in mente una mia prof. di italiano che per me era un mito.
Aveva un debole per i ragazzi difficili, per quelli a cui non piaceva studiare, quelli che non avevano fiducia nella scuola, quelli che, appena entrava in classe un nuovo insegnante, lo provocavano per vedere di che stoffa era e per fargli subito capire che loro, sì, erano in classe, ma della scuola non gliene poteva importare di meno. Bè, questa mia prof. proprio a loro dava quella stima, quella fiducia e quell’attenzione, a cui quei ragazzi non erano abituati e la cui mancanza li aveva resi così indisponenti.
Mi fermo qui; ho commentato 3 frasi del Vangelo: prese a mandarli / a due a due / cacciavano demòni e ungevano con olio gli infermi.
Signore, innanzitutto, grazie! E’ da quando siamo battezzati che non cessi di scommettere su di noi. Non smettere di stare al nostro fianco, anche perché ogni volta che ci vedi stanchi abbiamo la possibilità di appoggiare il capo sulla tua spalla.