Omelia XIX^ Domenica del Tempo Ordinario 12 Agosto 2018
Scorrendo la Parola di Dio di questa Messa domenicale, mi ha fatto molto riflettere nella prima lettura la figura del profeta Elia.
Risentiamo queste parole: Desideroso di morire, Elia disse: Ora basta, Signore! Prendi la mia vita. Elia in quel momento era avvilitissimo, un angelo lo raggiunse per offrirgli un po’ d’acqua e un po’ di pane (Ed ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve.). Pensate: gli fu messo a disposizione semplicemente un po’ d’acqua e un po’ di pane e quel po’ gli bastò per riprendersi. C’è un altro racconto simile nelle prime pagine della Bibbia.
Parla di Abramo, che nell'ora più calda di una certa giornata, stava seduto all'ingresso della sua tenda. Nell’alzare gli occhi scorse tre uomini, in piedi. Subito corse loro incontro, si inchinò fino a terra e disse: Anche se non so chi siete e donde venite, vi prego, non andate oltre. Fermatevi, voglio servirvi. Vi farò portare dell'acqua per lavarvi e ristorarvi. Nel frattempo, riposatevi sotto quest'albero. Vi porterò qualcosa da mangiare. E dopo esservi ristorati potrete continuare il vostro viaggio. Gli risposero: Va bene, fa' come hai detto.
Come nel caso di Elia, anche a questi tre viandanti bastarono un po’ d’acqua e qualcosa da mangiare per riprendersi.
Queste due storie bibliche dicono che se Dio è il nostro tutto, nella vita ci basta il poco, non il molto.
E Dio ama servirsi di questo poco.
Se ricordate il Vangelo di due domeniche fa ... con cinque pani e due pesci fu sfamata una folla.
Ieri sera a Messa un po’ d’acqua e il piccolo Edoardo è stato battezzato, cioè consacrato figlio di Dio.
Viene spontanea la domanda: riusciamo a tornare a vivere di poche cose? Risposta: Sì, lo possiamo, è però difficile, perché abbiamo perso l’essenzialità delle parole, dei gesti, delle cose da possedere. E il perché lo esprimo così: Occhio ai bisogni! C’è un nemico che ci sta minacciando tutti, è il bisogno. Ho bisogno di un nuovo vestito,... di un nuovo cellulare,... di nuove conoscenze,... di fare un viaggio. L’esperienza dice che le troppe voglie non aiutano a vivere bene.
Viviamo in una società che moltiplica i bisogni e le sensazioni.
E invece alle famiglie qui presenti voglio dire che nella vita bastano appena quattro cose: Dio, la cura della propria famiglia, l’attenzione ai più sfortunati e qualche amicizia buona. Tutto il resto è secondario.
Disse il beato Charles de Foucauld: Il mio cuore aveva i più svariati desideri, ma quando ti ho incontrato, Gesù, si sono condensati in Te solo.
> A proposito di cose essenziali, voglio dirvi la mia esperienza.
C’è una cosa bella che la vita mi sta insegnando man mano passano gli anni: sono sempre meno attratto da altri pensieri e sempre più attratto dai pensieri di Dio. Avere in me i pensieri di Dio: ecco ciò che conta, tutto il resto è dettaglio. Credetemi, se Dio mi mancasse, mi sentirei molto spaesato.
Ogni volta che mi intrattengo con Lui, Lui mi accende, mi porta al largo, mi apre il cuore, mi rende più buono.
Lontano da Lui, rischio di fare solo dei danni. Meno credo in Dio e più sono in pericolo.
Ecco allora un accorato invito che voglio rivolgervi: portiamoci a casa questa mattina la parola essenziale.
L’essenziale della vita è la fede.
E non accontentiamoci di dire io credo in Dio, specifichiamo: io credo soltanto in Dio. Dico così perché tanti cristiani, più che credenti sono dei creduloni. Se non si sta attenti, ognuno è incline a credere in ciò che desidera, da un biglietto della lotteria ad un passaporto per il paradiso.
Non è bello non credere, ma è pericoloso credere male.
Domenica scorsa il Vangelo ci riportava queste parole. Dissero a Gesù: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». E Gesù: «Questa è l'opera di Dio, che crediate in Me».
Dunque, credere è il più vivo desiderio di Gesù per ciascuno.
E la fede cos’è? Non la convinzione che Dio farà quello che vuoi, ma la convinzione che Dio è sempre con te. Noi tutti viviamo grazie a Dio. Una delle differenze tra chi crede e chi non crede è questa: se tu non credi, Gesù ti ama ugualmente, solo che non te lo godi. Concludo con una preghiera.
Gesù, noi sappiamo che la chiave della vita è la fede, è credere in Te. Sappiamo anche che il dubbio c’è ma non è il nemico della fede, il dubbio è la fatica della fede. Per questo Gesù, ti chiediamo: soccorri la nostra debole fede e daccene la gioia e la fierezza.