Omelia XXI^ Domenica del Tempo Ordinario 26 Agosto 2018
Probabilmente ci è parsa eccessiva la domanda di Gesù agli apostoli che il Vangelo ci ha riportato: Volete andarvene anche voi?
Perché Gesù parlò così? Cos’era successo? Era successo che il discorso di Gesù che abbiamo ascoltato nei Vangeli delle scorse domeniche non fu accolto bene dagli ascoltatori, i quali reagirono nel modo che abbiamo sentito: Questa parola è dura! Chi può intenderla?
Da qui l’amara conclusione: Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. [...] Vedete, Gesù, nell’esporre il suo messaggio non tacque gli aspetti più difficili da capire o da vivere.
Vi faccio una carrellata delle parole molto esigenti dell’insegnamento di Gesù:
- Và, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e poi vieni e seguimi.
- Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me.
- E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli.
- Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna (domenica scorsa).
- Amate i vostri nemici
- E poi..il famoso discorso delle beatitudini: beati voi che piangete, beati voi perseguitati, ...
Ora, un conto siamo noi che queste parole le conosciamo da una vita, altro conto erano le persone del tempo di Gesù le quali nel sentirle per la prima volta, rimasero sconcertate.
Sono pure convinto, anche se nel Vangelo non è scritto, che quel giorno, per Gesù, nel vedersi così massicciamente abbandonato, dovette essere un giorno tristissimo. I biblisti parlano di fallimento, insuccesso, crisi della missione di Gesù.
Eppure, e qui vengo a quanto vorrei lasciarvi questa mattina, il pericolo di rimanere solo e senza più seguaci non portò Gesù a ravvedersi. Anzi il testo evangelico riferisce che reagì rincarando la dose, disse: ‘Le cose che vi ho detto vi scandalizzano? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?’, come a dire: ‘Non dovete rimanere per forza con me, sentitevi liberi di scegliere, ma io non posso indietreggiare di 1 mm. da ciò che vi ho insegnato. Ho il dovere di annunciarvi integralmente il messaggio cristiano.’ Ha detto un santo: un ideale buono non è un oggetto di scambio. Ecco allora il punto: certe verità del cristianesimo, solo perché impegnative, non sono per ciò stesso trattabili, pena il loro svuotamento. Quando erano in ballo verità che sono via al Cielo, Gesù non scendeva a compromessi, per cui l’Eucarestia, l’unità del matrimonio, il Paradiso, il Papa e la Chiesa,... sono tutte verità che non si possono addomesticare o addolcire per avere il massimo consenso possibile.
Che il messaggio cristiano non vada imposto è verissimo, ma non per questo ne vanno abbassate le vette. Le vette alte, pur non sempre raggiungibili, danno senso alla nostra vita.
E’ un pessimo educatore chi riduce la proposta educativa per accattivarsi l’educando. L’amore verso chi è affidato alle mie cure educative non viene meno perché gli metto davanti l’intera proposta cristiana. Anzi, l’educatore che chiede al ragazzo tanto è perché lo ama tanto, fece così Gesù col giovane ricco anche se quel giovane gli disse di no.
Lo dice anche la psicologia: un ideale dimezzato non vien voglia di abbracciarlo. L’ideale ha un suo fascino proprio perché ha i contorni completi ed è una meta alta. E’ per questo che sono pochi i santi e gli eroi, mentre sono folle i mediocri.
Il giudice Paolo Borsellino arrivò a dire: E’ bello morire per ciò in cui si crede. Diceva a noi studenti un mio professore: I valori del Vangelo sono come la stella per il marinaio. Non possono essere raggiunti, ma rimangono una guida. Lo sappiamo tutti: ciò che ci edifica e fa’ il nostro bene non sono le cose facili ma le cose grandi.
Qualcuno ha detto: A forza di fare cose piccole si diventa incapaci di cose grandi. E le cose grandi sono quanto Gesù è venuto a proporci.
Concludo invitando me e voi a fare nostra la risposta di Pietro al “Volete andarvene anche voi?” di Gesù:
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio.