Don Lao si è sempre speso molto per le scuole materne parrocchiali ed in particolare per la nostra scuola San Vincenzo. Spesso ci invitava a dare un contributo per sostenere questa importante opera che arricchisce tutta la comunità.
Ebbene, come ogni anno è tempo di dichiarazione dei redditi e oltre alla facoltà di devolvere l’8‰ dell’IRPEF alla Chiesa Cattolica, è possibile destinare il 5‰ ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale come la nostra
Scuola Materna Parrocchiale San Vincenzo.
Per destinare il 5‰ dell’IRPEF alla nostra Scuola Materna, che nonostante le difficoltà dal 1910 svolge un'importante funzione sociale nella nostra piccola frazione, basta firmare nell'apposito riquadro del CUD 2019, del modello 730/2019 redditi 2018, o del Modello Unico Persone Fisiche 2019, e riportare nell'apposito spazio il codice fiscale
80014430351.
Importante! Le scelte di destinazione dell’8‰ e del 5‰ dell’IRPEF non sono in alcun modo alternative fra loro, pertanto possono essere espresse entrambe. Inoltre non comportano nessun aggravio di spesa per il contribuente.
La Scuola per l'Infanzia San Vincenzo apre le porte anche a tutti i visitatori virtuali!
>>> Venite a scopire la scuola! <<<
E per un contatto più diretto con la scuola c'è l'OPEN DAY 2022!!!
Torniamo nuovamente sulla raccolta di firme online promossa da FISM a sostegno delle scuole dell'infanzia paritarie (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo) per chiedere a chi non l'avesse già fatto di firmare questa petizione. Con questa iniziativa si chiede un piano di investimenti strutturale e adeguato a sostegno delle scuole paritarie e no profit di ispirazione cristiana come le scuole dell'infanzia della nostra Unità Pastorale.
Cliccando sull'immagine qui a fianco è possibile visionare la lettera che FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) ha inviato alle famiglie per spiegare le ragioni di questa iniziativa.
Firma questa petizione su change.org
FISM è l’organismo delle scuole dell’infanzia paritarie no profit di ispirazione cristiana.
Vi fanno riferimento 9.000 realtà che svolgono il loro servizio nella metà dei Comuni italiani, di cui 6.700 scuole e 2.300 servizi educativi per la prima infanzia (asili nido e sezioni primavera) – per oltre 450.000 bambine e bambini. Il personale assomma a 40.000 unità.
CHIEDE a Governo, Parlamento, Regioni, Enti locali un piano di investimenti strutturale e adeguato nella dotazione che, anche nelle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di ogni altra dotazione ritenuta necessaria, sostenga il segmento Zero – Sei, in particolare per le scuole dell’infanzia no profit, in ragione del servizio pubblico reso da decenni con standard di alta qualità, a fronte di una disparità nel sostegno economico statale che genera penalizzazioni non più accettabili per le famiglie e il personale.
Va pertanto completata, la Legge 62/2000, per cui l’Italia è fanalino di coda a livello europeo, essendo le scuole dell’infanzia statali e paritarie parte dell’unico Sistema nazionale di istruzione.
Le “pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco” (Legge 107/2015) esigono la piena utilizzazione di tutte le realtà educative statali, comunali, paritarie e accreditate e una parità di trattamento effettiva, anche sul piano economico. Pertanto il DL 65/2017 va rivisto essendosi rivelato del tutto inadeguato.
IN CONCRETO non è più rinviabile il traguardo di parità di costi a carico delle famiglie, per la frequenza dei figli alla scuola dell’infanzia e ai servizi educativi. Si tratta di una misura necessaria come argine al decremento demografico, come sostegno alla genitorialità e alla parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento per tutta la scuola italiana.
Una scelta a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito nei confronti dell’UE.
Una grande manovra di investimento educativo, al fine di porre le condizioni per dare un futuro alle nuove generazioni e conseguire riflessi positivi nella qualità dell’offerta educativa, dell’occupazione, dell’armonizzazione tra tempi di lavoro - in particolare femminile - e familiari.
Firma questa petizione su change.org