In quel tempo, gli Apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Nella «sala della spoliazione» di Francesco: «Oggi è un giorno di pianto per Lampedusa, queste cose le fa lo spirito mondano».
«Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo, la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all'orgoglio». Nella «sala della spoliazione», dove san Francesco si denudò rinunciando a tutto per mettersi dalla parte dei poveri, il Papa che ha scelto il nome del Poverello d'Assisi chiede a tutta la Chiesa, cioè ad ogni battezzato, di «spogliarsi» di tutto ciò che non è essenziale, per essere solo «la Chiesa di Cristo». È la prima volta in 900 anni che un Papa visita questo luogo. Ad accoglierlo ci sono i poveri assistiti dalla Caritas. Anche questa volta lascia da parte il discorso preparato per parlare a braccio. Ricorda le vittime di Lampedusa dicendo: «Oggi è un giorno di pianto». E ironizza sui media che hanno fatto «fantasie» sul discorso che qui avrebbe pronunciato
“Iride, veloce come il vento”
Arcobaleno… Era un pomeriggio di primavera. Aveva piovuto. Mia madre chiamò, a voce alta, tutta la famiglia. Ci invitò ad andare alla finestra per qualcosa di veramente speciale che era apparso nel cielo: l’arcobaleno. Tutti accorremmo incuriositi. La reazione fu la medesima: grande stupore e meraviglia e una sola parola, quasi pronunciata in coro, per esprimere la gioia: è bellissimo! Solo la mia voce rimase muta.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma"». (...)
Ebbene sì, strano ma vero, ma sembra che sia nato un gruppo di corridori anche nella nostra parrocchia!
Si tratta di alcune ragazze e ragazzi delle superiori, con l'aggiunta di qualche "runner"… giovane dentro. Il gruppo ha cominciato ad uscire con regolarità da dopo le ferie estive, una o due volte la settimana.
Lo spirito era quello dello stare insieme, di perdere qualche chilo di troppo e del tenersi in forma. Questo almeno nelle intenzioni iniziali, perché… da qualche tempo la "malattia" ha contagiato tutti e la corsa è diventata ormai una "droga" irresistibile.