XXVI Domenica
Tempo ordinario - Anno B
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile». [...]
Carissimi, in allegato la locandina della celebrazione eucaristica che si svolgerà nella chiesa parrocchiale di Bibbiano nella serata del 2 ottobre, alle 20.30.
A 30 anni dalla visita apostolica nella nostra diocesi il vescovo Mieczyslaw Mokrzycki esporrà alla venerazione dei fedeli la reliquia di San Giovanni Paolo II.
A presto.
Scuola di Formazione Teologica Val d'Enza
La Segreteria
XXV Domenica
Tempo ordinario - Anno B
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
XXIV Domenica
Tempo Ordinario – Anno B
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (....).
Omelia XXIII^ Domenica del Tempo Ordinario 9 Settembre 2018
Il Vangelo ci ha appena fatto sentire il racconto della guarigione di un sordomuto da parte di Gesù, e però il vero intento del brano non è dare evidenza ad un miracolo, ma farci capire che quel sordomuto è ognuno di noi.
Siamo anche noi dei sordomuti: quante cose sentiamo, ma facciamo i sordi e quante cose dovremmo dire, ma restiamo muti.
Ecco perché anche noi abbiamo bisogno di un intervento sanante di Gesù. E siamo qui a Messa apposta.
Nel nostro brano c’è una parola che Gesù pronuncia e su cui vorrei riflettere. La parola è apriti! Cito testualmente: Gesù guardando verso il cielo, emise un sospiro e disse al sordomuto: Effatà, cioè: Apriti! E subito gli si aprirono gli orecchi. Se l’invito APRITI! è rivolto anche a noi, ci chiediamo: ci sono dentro di noi chiusure che dobbiamo aprire? Ci sono dentro di noi blocchi che vanno sbloccati? Se Gesù aprì le orecchie a quell’uomo ridandogli l’udito, nel caso nostro cos’è che dovrebbe aprire dentro di noi? Nella nostra vita, quali sono le porte da aprire, le finestre da aprire?
Omelia XXII^ Domenica del Tempo Ordinario 2 Settembre 2018
Questa 1^ domenica di settembre ci mette innanzi una pagina di Vangelo contenente una delle tante discussioni accese tra Gesù e i suoi oppositori.
La discussione riguardava quella marea di minute prescrizioni (erano ben 613) che regolavano la vita personale e sociale della gente. Tali regole spesso intristivano la vita perché c’era sempre il rischio di sbagliare, talmente erano tante e minuziose. Prenderci era pressoché impossibile, per cui vivere da credenti era diventato un vivere di scrupoli e di paure.
Da qui la condanna di Gesù, perché scrupoli e paure sono la rovina della religione. La religione non dev’essere un tormento e nemmeno un fatto esteriore, meccanico, bensì un’esperienza autentica, liberante, bella.
Nella discussione di quella volta, l’argomento che Gesù oppose ai suoi interlocutori era il primato dell’interiorità, vale a dire il primato dell’essere sul fare, sull’avere, sull’apparire.
Se io valgo qualcosa è per come sono dentro, non fuori.