Omelia Sabato 8 Dicembre 2018 Solennità Immacolata Concezione della B. V. Maria

Oggi nessuno sia triste! Mi fanno parlare così due espressioni dell’angelo Gabriele, ascoltate nel Vangelo: rallegrati e non temere.
Proviamo a lasciarci ispirare da questi due inviti rivolti a Maria, rallegrati e non temere.
> Se la notizia di Maria, madre di Gesù, ebbe come parola d’apertura rallegrati, è segno che fu un annuncio di gioia ad introdurre il Cristianesimo nel mondo.
Notate: l’Angelo non disse ciao, come stai?, no no! Usò una parola ben più carica: rallegrati! Cioè, gioisci, esulta, vibra di felicità! Non immagini Maria quanto sia straordinario ciò che sto per dirti. Sono contento che il Vangelo di questo solenne sabato ponga alla nostra attenzione la parola rallegrati!

Omelia Domenica 2 Dicembre 2018 I^ di Avvento

Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
E’ su queste parole cariche di speranza appena udite nel Vangelo che voglio riflettere con voi.
Risollevatevi e alzate il capo sono un modo per dire: non esiste alcun abbattimento che v’impedisca di risollevarvi. E poi il fatto che sia stato Gesù a dire queste cose, ci fa dire: nella vita di tutti, pur grigia fin che si vuole, grazie a Lui c’è sempre un pezzetto di cielo a cui guardare e che fa sperare.
E’ dunque un messaggio di speranza quello chi ci consegna questo 2 dicembre, 1^ domenica d’Avvento.
Con vicino il Signore, ci accada quel che ci accada, è possibile tenere alto il capo, cioè rimanere diritti, in piedi, di schiena, senza perdere la dignità.
Cinque anni fa, proprio di questi giorni, moriva un grande, Nelson Mandela, il quale ebbe a dire un giorno: un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso.

Omelia XXXIV^ Domenica del Tempo Ordinario 25 Novembre 2018 Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Tutti gli anni, in una domenica di fine novembre si festeggia Cristo col titolo di re dell’universo.
Nel 2018 è oggi questa festa.
Io adesso vorrei rispondere a due domande: la prima, che tipo di re è stato Gesù? La seconda, cos’ha da dire a noi una festa come questa?
> Parto da che tipo di re è stato Gesù?
Si riesce a rispondere mettendo a fuoco nel Vangelo la scena in cui Gesù s’è definito re, una scena in cui sono a confronto un governatore (Pilato) e un prigioniero (Gesù), un emissario dell’impero romano (Pilato) e un uomo legato, coronato di spine, sanguinante (Gesù).
Risentiamo le parole del Vangelo.
Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei re. E Gesù: Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo. (..) Il mio regno però non è di questo mondo.
Qui Gesù dice chiaro e tondo che è re ma nel contempo si smarca da come sono i re di questo mondo.

Il 17 e 18 novembre sono state 2 giornate molto importanti per i ragazzi di Calerno e S. Ilario che il 28 ottobre hanno ricevuto la Cresima. Perché il nuovo cammino potesse iniziare in modo gioioso e significativo, don Fernando insieme ai catechisti ha proposto ai neocresimati di trascorrere un weekend a Cinquecerri: il modo migliore per inaugurare il percorso di questo gruppo in unità pastorale.

Ai 50 (tra ragazzi, educatori, cuoche e il diacono Roberto Codeluppi) saliti sabato a Cinquecerri, si è aggiunto durante il pranzo della domenica don Fernando che, celebrando la S. Messa, ha manifestato la propria gioia nel vedere come i ragazzi stavano insieme, vivendo come un'unica realtà e non come due gruppi parrocchiali distinti. E il futuro è questo... ha sottolineato sempre don Fernando nella Messa. Naturalmente per tutti è stata una bellissima occasione per conoscersi,  giocare e lavorare insieme.

Ecco un bellissimo video realizzato da Seba, uno degli educatori, che riassume i bei momenti trascorsi insieme. Una persona saggia nel vederlo ha commentato: «Molto bello! I tempi rallentati e accelerati... tentativi, errori e prove riuscite... così è la vita!»

 

 

 

Omelia XXXIII^ Domenica del Tempo Ordinario 18 Novembre 2018

Lo devo ammettere: il Vangelo di questa domenica non è facile da capire. Provo a offrire un aiuto se ci riesco.
Una delle cose che insegnano i professori di italiano e letteratura sono i generi letterari. Agli studenti dicono: ragazzi, quando siete davanti soprattutto ad un testo antico, per ben comprenderlo chiedetevi subito qual è il suo genere letterario.
Per genere letterario s’intende se è una poesia o un romanzo o un racconto storico o una fiaba o un testo apocalittico.
Il genere apocalittico in cosa consiste? Nel descrivere le cose in un modo simbolico/cosmico/catastrofico che è esattamente ciò che abbiamo sentito nel Vangelo (il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce e le stelle cadranno dal cielo). Attenzione però, le parole apocalittiche da una parte non vanno intese alla lettera, dall’altra però il messaggio che contengono va’ raccolto.

La Caritas di Montecchio, in collaborazione con la Scuola di Formazione Teologica Val d'Enza, propone lo spettacolo ‘Questo è il mio nome’.
A Montecchio – Salone dell’oratorio via Franchini 43 – Sabato 1 dicembre ore 21.

“Una finestra aperta su storie invisibili, un orecchio rovesciato su un canto che attraversa i mari e i deserti, uno spazio e un tempo per lasciare un segno. Da Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Gambia, sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio. Storie incise nella polvere e nella carne, scintille di memoria, passi protesi in avanti e occhi che guardano indietro”.
Le Parrocchie di Montecchio e Villa Aiola ospitano il prossimo 1 dicembre lo spettacolo teatrale ‘Questo è il mio nome’ realizzato dal Teatro dell’Orsa. Un’occasione preziosa per tutto il territorio della Val d’Enza per ascoltare, guardare, toccare con gli occhi e il cuore i volti e le storie che forse ci fanno paura, ma che abbiamo bisogno di fare un po’ nostre.

Omelia XXXII^ Domenica del Tempo Ordinario 11 Novembre 2018

Quant’è bello l’episodio della vedova che ci ha narrato il Vangelo!
In esso c’è un particolare su cui voglio riflettere: Gesù, seduto di fronte al tesoro del tempio, osservava come la folla vi gettava monete.
Dice: osservava. Gesù era un osservatore attento. E infatti in quella circostanza nessuno, se non lui, s’accorse del bel gesto di quella vedova. Egli solo seppe cogliere quanto coraggio, quanta fede, quanto generosità erano contenuti nel cuore di quella donna. E Gesù dopo aver osservato, ma faceva così anche nelle altre occasioni, se prendeva la parola non era per dire curiosità o pettegolezzi, ma per segnalare che c’era in ballo qualcosa di importante.