Omelia di Domenica 2 maggio 2021 - V Domenica di Pasqua
Ha detto un sacerdote: Nelle pieghe dei vangeli si nascondono tesori. A volte sono nascosti, altre volte ben visibili. Chiediamoci allora: qual è il tesoro racchiuso nel Vangelo che abbiamo ascoltato? C’è questo tesoro, e lo chiamo così: INNESTO. Mi spiego. Chi si occupa di orto e giardinaggio sa cosa sono gli innesti. L’innesto è inserire in una pianta una parte di un'altra pianta di specie diversa, allo scopo di ottenere un nuovo soggetto vegetale. Lo si effettua di solito per ottenere frutti più pregiati. Bene, Gesù questa mattina, attraverso il Vangelo ci porta in un vigneto e ci fa notare che se i tralci producono uva, è perché sono innestati nella vite. Come a dirci: verifica dove è innestata la tua vita perché molto di te dipende da questo innesto. E’ dove siamo innestati che parte l’orientamento della nostra vita. E per ‘innesto in Gesù’ s’intende quell’intimità e amicizia tra noi e Lui, che proviene dalla preghiera. Chiediamoci: è la vita di Dio che scorre nelle nostre vene o qualcos’altro?
V Domenica di Pasqua
Anno B
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (...)».
Torniamo nuovamente sulla raccolta di firme online promossa da FISM a sostegno delle scuole dell'infanzia paritarie (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo) per chiedere a chi non l'avesse già fatto di firmare questa petizione. Con questa iniziativa si chiede un piano di investimenti strutturale e adeguato a sostegno delle scuole paritarie e no profit di ispirazione cristiana come le scuole dell'infanzia della nostra Unità Pastorale.
Cliccando sull'immagine qui a fianco è possibile visionare la lettera che FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) ha inviato alle famiglie per spiegare le ragioni di questa iniziativa.
Firma questa petizione su change.org
Omelia di Domenica 25 aprile 2021 - IV Domenica di Pasqua
Gesù amava parlare per immagini, simboli, raccontini. Nel Vangelo di questa domenica paragona lui ad un pastore e noi ad un gregge. Lo fa utilizzando 2 verbi, conoscere e dare. Le analizzo brevemente.
> Conoscere - Dice Gesù: conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Attenti a una cosa: mentre per noi, conoscere equivale a sapere ed è un’azione della mente, nella Bibbia ‘conoscere’ ha un significato più forte: è, sì, un’azione della mente, ma anche e soprattutto del cuore. E’ un verbo che fa più riferimento all’amore che al sapere, più all’esperienza che all’apprendere delle cose.
IV Domenica di Pasqua
Anno B
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore (...)».
FISM è l’organismo delle scuole dell’infanzia paritarie no profit di ispirazione cristiana.
Vi fanno riferimento 9.000 realtà che svolgono il loro servizio nella metà dei Comuni italiani, di cui 6.700 scuole e 2.300 servizi educativi per la prima infanzia (asili nido e sezioni primavera) – per oltre 450.000 bambine e bambini. Il personale assomma a 40.000 unità.
CHIEDE a Governo, Parlamento, Regioni, Enti locali un piano di investimenti strutturale e adeguato nella dotazione che, anche nelle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di ogni altra dotazione ritenuta necessaria, sostenga il segmento Zero – Sei, in particolare per le scuole dell’infanzia no profit, in ragione del servizio pubblico reso da decenni con standard di alta qualità, a fronte di una disparità nel sostegno economico statale che genera penalizzazioni non più accettabili per le famiglie e il personale.
Va pertanto completata, la Legge 62/2000, per cui l’Italia è fanalino di coda a livello europeo, essendo le scuole dell’infanzia statali e paritarie parte dell’unico Sistema nazionale di istruzione.
Le “pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco” (Legge 107/2015) esigono la piena utilizzazione di tutte le realtà educative statali, comunali, paritarie e accreditate e una parità di trattamento effettiva, anche sul piano economico. Pertanto il DL 65/2017 va rivisto essendosi rivelato del tutto inadeguato.
IN CONCRETO non è più rinviabile il traguardo di parità di costi a carico delle famiglie, per la frequenza dei figli alla scuola dell’infanzia e ai servizi educativi. Si tratta di una misura necessaria come argine al decremento demografico, come sostegno alla genitorialità e alla parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento per tutta la scuola italiana.
Una scelta a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito nei confronti dell’UE.
Una grande manovra di investimento educativo, al fine di porre le condizioni per dare un futuro alle nuove generazioni e conseguire riflessi positivi nella qualità dell’offerta educativa, dell’occupazione, dell’armonizzazione tra tempi di lavoro - in particolare femminile - e familiari.
Firma questa petizione su change.org
Omelia di Domenica 18 aprile 2021 - III Domenica di Pasqua
Il Vangelo di questa Messa offre tanti spunti di riflessione. Ne raccolgo due: uno lo traggo da un verbo che usa Gesù (toccatemi, dice), l’altro lo traggo dal pasto a base di pesce che Gesù consuma coi suoi amici.
> Inizio dal pasto. Cito il testo: Disse Gesù: ‘Avete qui qualcosa da mangiare?’ Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò insieme a loro. Un Gesù che chiede e ottiene di mangiare qualcosa con i suoi apostoli è segno di 2 cose: 1° Gesù ama i momenti di amicizia e 2° Gesù vuole offrire una precisa idea di Dio. Qual pasto insieme, presente Gesù, significava che Dio non è solo Autorità da riverire, ma un Dio che ci vuole a mensa con Lui, un Dio che vuole che si stia bene insieme a Lui.
III Domenica di Pasqua
Anno B
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. (...) Egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».
Omelia di Domenica 11 aprile 2021 - II Domenica di Pasqua
Puntualmente ogni anno la domenica dopo Pasqua ci mette davanti quella pagina di Vangelo, che ha tra i protagonisti l’apostolo Tommaso. E’ una pagina interessante, che lascia trapelare lo stile educativo di Gesù, il quale aveva educato i suoi, Tommaso compreso, al coraggio delle proprie idee. Tommaso era quel che era, certo, per il suo carattere, ma anche grazie a Gesù. Il gruppo degli apostoli non era omogeneo, Tommaso ad esempio si distingueva perché amava pensare con la sua testa, dire la sua apertamente, a costo di rimanere isolato dagli altri. E’ proprio questo aspetto che voglio approfondire.