E’ possibile che dopo tanti anni il campeggio possa regalare ancora così tante emozioni, sia fra chi lo vive per la prima volta che fra i veterani?
A giudicare dai visi di sabato, al rientro dopo una settimana in Valle Aurina, e dai discorsi dei ragazzi, sembrerebbe proprio di sì. Una magia strana che si ripete tutti gli anni, indipendentemente dalla valle che ci ospita e nonostante una formula sempre un po’ uguale a se stessa. E forse è proprio questo il segreto: tornare alla semplicità, allo stare insieme, ai rapporti umani, oggi che i nostri rapporti sono spesso con un telefonino e si dialoga solo tramite WhatsApp. Riscoprire i giochi di società, le carte, il suonare e cantare insieme in casa o davanti ad un falò, la caccia al tesoro, lo stare insieme fino a tardi solo per chiacchierare, per raccontarsi aneddoti o “segreti”... E camminare insieme, faticare insieme, condividere la gioia di raggiungere una meta “impossibile” aiutandosi ed aspettandosi a vicenda. Sedersi, esausti, ed ammirare il panorama circostante, in compagnia dei propri amici, prima di recuperare un po’ di forze con gli immancabili panini al salume o al formaggio.
Piccole cose, “riti” ormai collaudati da anni di campeggi ma che ancora oggi riescono a far emozionare gli assistenti, ripensando ai bei momenti passati insieme, e che riescono a far dire ai nostri ragazzi: “
Questo campeggio è stato il mio primo ed è già nella scatola dei ricordi importanti che non dimenticherò mai. Mi mancate già tutti quanti...”
A presto! ;)
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