II Domenica dopo Natale
Anno A
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. [...]
II Domenica dopo Natale
Anno A
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. [...]
Carissimi, vi invitiamo a partecipare alle serate teologiche che si svolgeranno nei mesi di gennaio e febbraio 2020 a Montecchio, in Oratorio.
Quest’anno rifletteremo sull’annuncio del Vangelo nel nostro tempo.
Tra le motivazioni che ci hanno portato ad affrontare questo tema c’è la convinzione che va ripensata l’azione della nostra chiesa in questa direzione e, partendo da questo bisogno, promuovere una riflessione.
Abbiamo pensato di percorrere il libro degli Atti per vedere come la Chiesa ha annunciato nei primi tempi. Da lì cogliere alcune linee guida valide allora, che possono essere valide anche oggi.
Quale il nucleo dell’annuncio, quale il contorno che va (anzi deve essere) adattato al tempo in cui viviamo?
Che tipo di annuncio, verbale o di testimonianza di vita, personale e/o collettiva?
Come la prima chiesa ha incarnato, nella cultura nella quale si trovava immersa, il messaggio da trasmettere?
Omelia di Mercoledì 01 Gennaio 2020 - Maria SS.ma Madre di Dio
Vi benedica il Signore e vi custodisca. Il Signore faccia risplendere su di voi il suo volto e vi faccia grazia. Il Signore rivolga a voi il suo volto e vi conceda pace. Queste belle parole sono gli auguri di Mosè a nome di Dio che abbiamo sentito nella 1^ lettura della Messa. Gli auguri, fateci caso, sono sempre parole proiettate sul futuro. Se ti auguro qualcosa è perché auspico per te un futuro bello. Fare gli auguri sottintende che alla domanda: val la pena vivere? la risposta sia sì. Queste parole di Mosè dunque sono auguri benedicenti, auguri di una vita buona e bella. Ho fatto una cosa: ho provato a mettermi nei panni di Mosè e, riascoltando i suoi auguri, ho provato a tradurli per noi con un linguaggio più attuale. Sono scaturiti 6 auguri che il Mosè di oggi, ci rivolgerebbe.
Omelia di Domenica 29 Dicembre 2019 - Santa Famiglia, Anno A
Il presepio è sostanzialmente un quadretto familiare: c’è un papà (Giuseppe), una mamma (Maria) e un bimbo (Gesù). E’ questa la ragione che ha indotto la Chiesa a collocare vicino al Natale la festa della famiglia di Nazareth. Il Vangelo ci ha narrato quell’episodio che vide tutti e 3 - Maria. Giuseppe e Gesù - fare l’esperienza dell’essere profughi in Egitto. Pensate, pure la santa famiglia, al pari dei tanti profughi e migranti del nostro tempo, fece l’esperienza della fuga dalle proprie terre e del dovere migrare per trovare in luogo dove abitare. Questa è dunque una domenica, che ci invita a riflettere sul valore della famiglia, a partire dalla famiglia più speciale della storia, quella di Gesù. Parto con 2 domande.
Santa Famiglia
Anno A
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall'Egitto ho chiamato mio figlio». [...]
Omelia nel giorno di Natale
Se a tutti noi fosse bastato il Natale dei negozi, non saremmo qui a Messa, saremmo rimasti là dove sono i regali. Il vero Natale invece lo si celebra come stiamo facendo noi adesso e come sta facendo in questo momento tutto il popolo cristiano, sparso in ogni angolo della terra. Il vero Natale è la celebrazione del più bel gesto di Dio verso l’umanità, il dono del suo figlio Gesù. Gesù dunque è venuto, ma è stato accolto? A questa domanda ho risposto la lettura del Vangelo: Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio. Il Natale è una storia di accoglienza. Ogni nascita è un’accoglienza. Noi tutti siamo vivi grazie all’accoglienza di una madre che ci ha offerto il suo grembo e che ci ha curato quando, neonati, non sapevamo che piangere. Una storia di accoglienza è anche il matrimonio: Io accolgo te, dicono i due sposi. Potrei dire: accogliere = voce del verbo vivere. Lo dicevo questa notte: Noi siamo quel che siamo, in base ad un’infanzia di amore o di rifiuto che abbiamo avuto.
Omelia del 24 dicembre 2019 - Messa di mezzanotte
Nella vita di S. Antonio abate si racconta che il santo, ormai prossimo alla morte, chiamò vicino a sé 2 suoi discepoli e tra le diverse cose, disse loro: Respirate sempre Cristo. Voi direte: che c’entrano queste parole con la notte di Natale che stiamo vivendo? C’entrano, credetemi. Riflettiamo un attimo: una delle cose più inseparabili da noi è il respiro, al punto che a non respirare più, si muore. Vivere è respirare e se si vive è perché si respira. Bene, l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo lo portò a rimanere inseparabilmente unito a noi, proprio come inseparabile da noi è il respiro. Il Natale è Gesù venuto tra noi per non separarsi più da noi. Tra poco la liturgia ci farà sentire le parole per Cristo, con Cristo e in Cristo: sono parole dal sapore natalizio, perché? Perché Gesù è venuto per aiutarci ad essere per Lui, con Lui e in Lui e Lui a sua volta per noi, con noi e in noi. Quindi, l’immagine del respiro di S. Antonio non solo non è fuori luogo, è illuminante Gesù è interno a noi come interno a noi è il respiro e, come il respiro, ci mantiene vivi, ispirati e motivati. Uno dei titoli natalizi di Gesù è Emmanuele, nome che alla lettera vuol dire Dio con noi.
Carissimi, riceviamo e diffondiamo l'avviso per la celebrazione dei 100 anni dalla nascita di don Giuseppe Iemmi, giustiziato alla fine della 2a guerra mondiale.
L'incontro si terrà sabato 28 dicembre alle 16,30 presso l'Oratorio don Bosco di Montecchio, sarà presentato il libro "Iemmi quasi utopista" del prof. Giuseppe Giovanelli, direttore del centro di studi storici della diocesi, prefazione di mons. Massimo Camisasca. interverrà il vicario generale mons. Alberto Nicelli.
A presto.
sft Val d’Enza
La Segreteria
Omelia di Domenica 22 dicembre 2019 - IV Domenica di Avvento
Di Giuseppe, il padre di Gesù, il Vangelo parla pochissimo e anche là dove ne parla, egli non dice una parola (v. il brano che abbiamo appena ascoltato). E però il nostro brano dice una cosa di lui sulla quale vorrei riflettere con voi questa mattina: era un uomo giusto, così dice il testo. Mi son chiesto: essere giusti alla maniera di Giuseppe cosa vuol dire? Giuseppe era un giusto prima di tutto e principalmente verso Dio. E quando si è giusti con Dio si diviene giusti con tutti. Era molto sensibile a tutto ciò che si doveva a Dio, a tutto ciò che spettava a Dio. Per Giuseppe se c’era qualcosa da sottrarre, mai lo si doveva sottrarre dai propri doveri verso Dio. Il suo pensiero era questo: se Dio è Dio, va trattato da Dio, cioè da n°1, da riferimento primo e ultimo per tutto ciò che facciamo. Ecco allora alcune domande per noi: siamo giusti verso Dio? A Dio cosa diamo? Come diamo? Quanto con Lui stiamo? Se Gesù un giorno disse date a Dio quel che è di Dio, quanto del mio tempo, del mio pregare, del mio cuore, delle mie azioni è per Lui?
“Vi auguro di capire che Natale non è un punto di arrivo ma di partenza.
Natale non è un “punto a capo”: Natale è “due punti”: si apre, si deve aprire poi tutto un discorso.”
Alla luce di questo invito di don Tonino Bello, quest’anno nella Festa della Santa Famiglia vorremmo offrire alle famiglie della nostra diocesi un’occasione per riconoscere nella vita della famiglia di Nazaret lo spirito delle beatitudini: la santità espressa nelle beatitudini è quel “vestito” del quale Dio vorrebbe
rivestirci, sono i tratti di quel Figlio che ci ha donato nel Natale.
Accogliere questo Dio che si fa carne per noi significa lasciare che la Sua presenza illumini la nostra vita e ci aiuti ad essere una Chiesa capace di “prolungare” l’Incarnazione, rendendo presente i tratti del Signore come Sue membra, segni del Regno che è venuto ad inaugurare.
Nell’augurarvi di vivere il Natale nella gioia, invitiamo le famiglie della diocesi DOMENICA 29 DICEMBRE alle ore 17.00 in Cattedrale per un momento di preghiera: mediteremo insieme il messaggio delle beatitudini e il mistero di Dio che si fa uomo.
L’équipe di Pastorale Familiare