Cari bambini, è un piacere per me scrivervi. State tutti bene? Stanno bene anche il papà e la mamma? Ho preparato questa letterina perché ormai è Pasqua, la festa cristiana più importante di tutte. Essa celebra Gesù quando risuscitò da morte. Se aprite il Vangelo e andate a leggere il racconto della risurrezione, noterete che come a Natale, è di nuovo un angelo a dare l’annuncio che Gesù è risorto. Ai discepoli increduli e alle donne in lacrime dice: Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui, è risorto! Badate bambini che è lo stesso Angelo che, sapendo che siamo tutti impauriti a seguito del coronavirus, entra nelle nostre case per dirci: Non abbiate paura, Gesù è risorto proprio per farvi coraggio. Questo Angelo, bambini, non ha ali e piume, ma è in tutti coloro che volendovi bene, vi fanno coraggio e v’invitano a tenere lo sguardo fisso su Gesù.
Sappiatelo bimbi, presto tutto finirà e tra le tante cose che torneremo a fare ci sarà anche la Santa Messa in chiesa, tutti insieme. Siatene certi, torneremo a stare insieme come fino a due mesi fa. Non dimenticatelo, Gesù è la nostra forza. Ciao, vi dò i saluti anche di don Daniele.
Vi porto tutti nel cuore, buona Pasqua a voi e ai vostri cari,
vostro don Fernando
7 aprile 2020
24 Marzo 2020
Obbligati a casa, la Riconciliazione possiamo farla rivolgendoci direttamente a Dio,
sapendo che la confessione va fatta appena possibile.
«Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali.»
24 Marzo 2020
Consigli e una preghiera per chi non può partecipare alle esequie
a causa delle restrizioni per la pandemia di coronavirus.
Con la sospensione anche dei funerali decretata dal Governo per fronteggiare il diffondersi del nuovo coronavirus, coloro che in questo periodo di quarantena perdono un proprio caro non possono né organizzargli una messa con rito funebre, né accompagnarlo all’ultima dimora terrena. Mons. Angelo Lameri, docente di Liturgia e sacramentaria alla Pontificia Università Lateranense, spiega ad Avvenire come affrontare questa situazione.
21 marzo 2020
In questa settimana, io e don Daniele abbiamo celebrato 7 funerali; alcune di queste persone sono morte per coronavirus. Sono state tutte liturgie brevissime e intense.
Un bel testo su cui ho meditato questa mattina mi suggerisce queste poche righe. Uno dei rischi di un’epidemia è che ogni morto diventi un numero, ma non dev’essere così, perché i morti sono importanti, uno per uno. Sono persone e non una folla anonima: che strazio la lunga fila di camion dell’esercito carichi di bare che hanno sfilato per le strade di Bergamo! Ogni essere umano che muore è un volto, un’anima, uno sguardo, un nome. Ognuno di loro ha fatto in vita un sacco di cose, ha generato figli, s’è guadagnato da vivere, ha viaggiato, ha amato, ha litigato, ha pregato, ha cucinato, ha sognato.
Salutiamoli allora, uno ad uno, con la preghiera della Chiesa, pensando in special modo ai deceduti di Calerno e S. Ilario: “L'eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.”
Un abbraccio.
14 marzo 2020
Visto il tempo difficile che stiamo vivendo, ho pensato di scrivervi di nuovo, sperando di non essere ingombrante. Sarò breve. Vorrei invitare me e voi a concepire questa emergenza, non come uno “stop” alla partecipazione liturgica in chiesa, ma come un modo diverso di vivere la vita parrocchiale, privilegiando la preghiera e il valore della famiglia riunita in casa. Senza obbligare nessuno, sarebbe bello che si stabilisse un orario familiare di preghiera, recitando ad esempio il rosario, anche nella sua forma breve. E nella preghiera, alle popolazioni più colpite dal contagio uniamo il ricordo delle folle di migranti che premono sulle frontiere della Grecia. La Chiesa insegna che non c’è solo il sacerdozio dei preti e dei vescovi, ma anche il sacerdozio comune dei fedeli, che si radica nel Battesimo e che si esercita ad esempio all’interno della famiglia. C’è un ministero dei genitori, da riscoprire e attuare. Concludo: siamone certi, torneremo a stare insieme come fino a qualche settimana fa. Nella Bibbia, una delle frasi più frequenti di Dio e di Gesù è: “Non abbiate paura!”
Coraggio dunque, Dio è la nostra forza. Un abbraccio, a presto!
8 marzo 2020
Queste righe nascono dal desiderio di offrire alla comunità un pensiero che possa essere di aiuto a vivere bene il momento delicato che stiamo passando. E’ una riflessione che s’aggiunge a quanto ho scritto la settimana scorsa. E’ convinzione di noi credenti che ogni evento, sia positivo che negativo, contenga un appello di Dio. La storia insegna: per cambiare vita spesso c’è bisogno di un trauma. Chiediamoci allora: quale può essere il messaggio per tutti noi che sta dietro al coronavirus? Credo che uno sia questo. Diceva S. Agostino: “ex malo bonum”, che significa: dal male può venire del bene. Anni fa mi colpi molto la lettura di un articolo di giornale dal titolo: “Il dono delle privazioni.” La Bibbia ci ricorda che nella vita c’è un tempo per tutto, un tempo per fare le cose e un tempo per astenersi dal farle. Cosa sono il tacere, le rinunce, gli stacchi, le limitazioni alle proprie libertà, le pause, la castità, l’assenza momentanea di cose e persone, il digiuno se non forme di privazione, volte, se vissute bene, al proprio miglioramento? Ebbene, se il coronavirus ci sta imponendo delle privazioni, viviamole come un momento di crescita personale. Rimanere a casa, non andare né scuola, né in palestra, né a danza, né alle riunioni sono occasioni per avere più spazio per noi stessi, non perché siamo egoisti ma per rivedere e reimpostare tante cose di noi, alla luce della volontà di Dio. Concludo con un pensiero e una preghiera per le vittime e i tantissimi contagiati della nostra Italia e del mondo intero.
Un abbraccio