Omelia di Venerdì 15 Aprile 2022 - Venerdì Santo
Quando ero studente di teologia, i miei proff. di Sacra Scrittura ci dicevano: Ragazzi, per capire bene il racconto della passione e morte di Gesù dovete mettervi nei panni dei vari protagonisti e chiedervi: in quale dei personaggi posso identificarmi? Se Pietro ha fatto così, non sono anch’io un po' come lui? Oppure, se Giuda o se Pilato o se il Cireneo hanno agito in quel modo, c’è forse in me qualcosa di Giuda o di Pilato o del Cireneo? Bene, in obbedienza a questo suggerimento, ho pensato: nelle ultime ore di vita di Gesù, c’è stato un uomo a cui di solito non si dà peso e che passa sotto silenzio: è Giuseppe d’Arimatea. Ebbene, in questo venerdì santo 2022, perché non proviamo a confrontarci con lui, lasciandoci interpellare dalla sua figura? Il Vangelo di lui ha detto: Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
Le parole che ci interessano sono era discepolo di Gesù, ma di nascosto. Ho detto: questo tratto di Giuseppe è forse anche in me? E ho aggiunto: un pericolo di oggi è proprio quello di essere discepoli di Gesù ma di nascosto. Il pluralismo di idee e di religioni e la scristianizzazione in atto da tempo, stanno rendendo tanti di noi ‘discepoli nascosti’, come Giuseppe. Quand’ero ragazzo si parlava di ‘rispetto umano’ e con questa espressione si alludeva, sì, una cosa buona (il rispetto), ma al punto (e qui si cadeva nell’errore) di giungere a rinunziare ad esprimere il proprio pensiero o la propria identità per paura di essere giudicati, derisi e rifiutati dagli altri. Ecco Giuseppe d’Arimatea e tanti di noi: siamo seguaci di Gesù, ma interiormente e non in pubblico, per non avere opposizioni o discriminazioni o un calo di popolarità. Oggi poi al pericolo di essere discepoli di nascosto si unisce quello di essere discepoli sbiaditi, opachi, irrilevanti, non incisivi. Io ritengo che come cristiani sia preferibile essere contestati che essere irrilevanti. Diceva l’altro giorno il nostro nuovo vescovo: più che efficienti, siate efficaci. Credo che il segreto per essere così sia tornare come dice S. Paolo a lasciarsi riconquistare e riafferrare dalla persona di Gesù. E’ il motivo che ci ha portato ad essere qui sta sera.