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Omelia di Domenica 12 settembre 2021 - XXIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
La gente chi dice che io sia? E voi, chi dite che io sia? Sono le 2 domande di Gesù agli apostoli, che il Vangelo ci ha appena fatto sentire. Domande che sostanzialmente vogliono dire: io chi sono per voi? Cosa rappresento per voi ? Che idea vi siete fatti di me? Per voi sono ancora una priorità?
> Queste domande vanno bene anche per noi, perché Gesù non è come Gandhi o Alessandro Magno, i quali saran stati, certo, 2 grandi della storia, ma mai sognarono di presentarsi come inviati da Dio o salvatori dell’umanità. Gesù invece sì. Gesù venne perché di lui c’era assoluto bisogno. Soprattutto venne come salvatore, per trarre in salvo tutti da una vita insignificante, infelice e priva di senso. Quando noi parliamo di amore, senso della vita, libertà, felicità, indirettamente parliamo di Gesù, perché Gesù è esattamente venuto per darci queste cose. Ebbene, oggi 12 settembre, il Vangelo ci dà l’opportunità di tornare a porci la domanda delle domande: chi è Gesù?
XXIV Domenica
Tempo Ordinario - Anno B
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. (...)
Omelia di Domenica 5 settembre 2021 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Portarono a Gesù un sordomuto, così ci ha riferito il Vangelo. Proviamo a metterci nei panni di quest’uomo. Un sordomuto è un piccolo dramma, perché? Perché è un uomo né capace di dire parole né capace di ascoltare parole. Ad esempio, è nell’impossibilità di ascoltare una delle cose più belle della vita: la musica e le canzoni. Un sordomuto, innanzi alla bellezza di una persona o di un panorama, non riesce a dire la sua ammirazione. Meno male che nel nostro caso, l’uomo in questione non s’era arreso alla vita, se è vero che era inserito in un cerchio di amici e se è vero che pensò bene di tentare la carta “Gesù”. Vedete, quando uno è seriamente malato o comunque non sta bene, è già un inizio di guarigione poter beneficiare dell’amicizia e dell’attenzione di qualcuno.
XXIII Domenica
Tempo Ordinario - Anno B
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente (...).
Omelia di Domenica 29 agosto 2021 - XXII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B
Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. E’ questa la frase-chiave del Vangelo di questa domenica. Proviamo a vedere perché il Signore la pronunciò. Gesù era abituato a stare tra le gente, in mezzo ai suoi problemi. Veniva da villaggi e campagne dove l’ascoltare l’uno e l’altro era come un bagno dentro tanti bisogni e richieste. Ovunque arrivava, gli portavano i malati, mendicanti ciechi lo chiamavano, donne di Tiro e Sidone cercavano di toccargli almeno la frangia del mantello. Fin la sua ombra veniva considerata come una carezza sulla loro umanità dolente. Ecco com’era impastata una giornata di Gesù.