Lunedì 5 novembre 2018 alle ore 20,45, presso il Centro Mavarta si terrà la tavola rotonda a cura del Circolo di Cultura Inventori di Strade

GIOVANI E SPORT
Che partita stiamo giocando?


Relatori saranno:

- Mauro Rabitti, ex calciatore di Reggiana e Modena in serie B e C.
- Stefano Cervi, allenatore e calciatore.
- Giuseppe Marrai, dirigente ed ex calciatore.
- Alessandro Bizzarri, Assessore con deleghe alla Coesione sociale, Volontariato e Attività sportive del Comune di S. Ilario d’Enza.
 
Moderatore sarà il Prof. Daniele Castellari.

Scopo della tavola rotonda sarà incontrare genitori, atleti e appassionati di sport per dialogare su un nuovo patto educativo che affronti le problematiche di un mondo sempre più dominato da competizione esasperata, aggressività e lucro.

Il calendario completo di eventi e attività 2018/2019 del Circolo è disponibile qui.

 

Omelia XXIX^ Domenica del Tempo Ordinario 21 Ottobre 2018

La mia riflessione questa mattina prende le mosse dal finale del Vangelo, dove Gesù dice: Chi tra voi vuole diventare grande si faccia vostro servitore. Io non sono venuto per farmi servire, ma per servire.
Parole da vertigini: il Figlio di Dio si definisce nostro servitore! Siamo innanzi alla più sorprendente e più rivoluzionaria di tutte le autodefinizioni di Gesù. Vanno a pezzi le vecchie idee su Dio, tipo: Dio è il nostro padrone, tremate al suo arrivo! Invece niente di tutto questo, perché Gesù viene a dirci: sono un servo, sono a venuto a servire la vostra felicità, a servire la vostra libertà, a servire i vostri sogni e la vostra vocazione. Proprio perché da che mondo è mondo le divinità di tutte le religioni pretendono di essere servite dagli uomini, l’annuncio di Gesù risultò sconcertante: sono venuto a servirvi non a farmi servire.
Noi crediamo in un Dio che non chiede onore, ma che si dona.

Omelia XXVIII^ Domenica del Tempo Ordinario 14 Ottobre 2018

Questa mattina è davanti a noi un Vangelo ricco di spunti di riflessione: per motivi di tempo, ne raccoglierò solo due.
> Il 1° - Quell’uomo si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni. Cos’era successo? Che un uomo ricco non accettò l’invito di Gesù a seguirlo perché con una scelta del genere avrebbe dovuto rinunciare alle sue tante ricchezze.
Ecco un tema su cui questa domenica ci chiama a riflettere: noi e il denaro.
L’uomo ricco del Vangelo era come stato rubato dal denaro, era divenuto una pedina in mano al dio denaro.
S’era dimenticato che il denaro è senza cuore.
I soldi, se non si sta attenti, plasmano a propria immagine e somiglianza, rendendo pure le persone senza cuore.
Il pericolo è che il denaro diventi una schiavitù.
Contare i soldi è un genere di lavoro che piace a tanti. Un attaccamento eccessivo al denaro fa sì che esso diventi la nostra seconda pelle, la nostra seconda identità. I soldi possono diventare un’ossessione: chi non li ha perché non li ha, chi li ha perché li ha.
C’è chi non ha soldi e proprio per questo non pensa ad altro, chi invece ne ha tanti e proprio per questo ritiene sempre di non averne abbastanza.

Omelia XXVII^ Domenica del Tempo Ordinario 7 Ottobre 2018

Non è bene che l’uomo sia solo: così si è aperta la 1^ lettura della Messa.
E’ una frase dove la parola solo ha un significato amaro, di solitudine e isolamento. Pensate, nella Bibbia il primo male di cui si parla non è il peccato ma la solitudine. E’ male che l’uomo sia solo: ‘male’ perché? Perché non c’è nessuno che basti a se stesso, nessuno che sia felice da solo, nessuno che viva bene senza nessuno accanto.
La 1^ lettura e il Vangelo di questa Messa vengono a ricordarci che siamo stati creati per amare ed essere amati.
Matrimoni, amicizie, comunità sono modi con cui si aggredisce la solitudine. E infatti la nostra lettura subito dopo aver detto non è bene che l’uomo sia solo, parla del matrimonio.
La felicità è amore, nient’altro.
Qualcuno ha detto: Se non hai ancora amato, non dire che hai vissuto pienamente.
> A dire il vero, l’essere soli non è sempre una cosa negativa. Non ci diciamo a volte: ma prenditi una pausa, stacca la spina?
Io ad esempio che, grazie a Dio, non soffro di solitudine, spesso desidero/cerco spazi in cui poter essere solo, o meglio io e il Signore e basta.
Quand’ero ragazzo pensavo che la cosa peggiore della vita fosse restare solo.
A 18/20 anni la solitudine spaventa.

Carissimi, in collaborazione con la parrocchia di Montecchio Emilia, presentiamo lo spettacolo "Spaccato in due" che si terrà presso l'Oratorio Don Bosco sabato 20 ottobre alle ore 21.

Lo spettacolo è il racconto di una vita, quella di Gianluca, cremonese, nato nel 1994, ragazzo normale che nella vita ha avuto anche un tumore che gli ha fatto nascere domande, mettere in discussione ed evolvere la sua fede, fare delle scelte, apprezzare la vita, vivere l’amicizia con i suoi giovani coetanei in modo nuovo e la famiglia in modo più vero.