Omelia di Domenica 12 Aprile 2020 - Domenica di Pasqua, Anno A

Ci interessa che ciò che è morto rinasca? Ci interessa che ciò che è spento si riaccenda? Ci interessa che ciò che è buio risplenda? Bene, la risurrezione di Gesù è stata esattamente questo: un buio diventato luce, una morte diventata vita, una paura diventata speranza. Ecco perché se ci interessa fare una Pasqua vera, occorre che mettiamo nelle mani del Risorto tutto ciò che in noi langue. Allora sì che l’inverno delle frustrazioni e delle paure lascerà il posto a una primavera di energie che ripartono e di speranze che si riaccendono. Pasqua è sapere di non essere nelle mani di nessuno, ma nelle mani amorevoli di un Dio, risorto. Solo se così faremo, potremo dire: sì, anche quest’anno abbiamo fatto Pasqua! E’ dunque un’operazione di consegna di noi a Lui, che il Signore attende da noi. Nel preparare questa omelia, ho pensato di offrivi 3 spunti di riflessione.

Omelia di Venerdì 10 Aprile 2020 - Venerdì Santo, Anno A

Non tutte le Quaresime sono uguali, ma quella di quest’anno è stata non rara, ma unica. Se ad esempio il digiuno quaresimale degli anni scorsi era soprattutto un digiuno di cibi e bevande, quest’anno ci è toccato il digiuno della Messa, il digiuno dei rapporti e delle relazioni, il digiuno della benedizione delle case, il digiuno dell’assemblea liturgica domenicale, il digiuno della Comunione ai malati… Il luogo della liturgia s’è spostato dalla chiesa alla casa. Ora, nessuno, anche il più ricco di fantasia, poteva immaginare una simile cosa. Tante quaresime passate non le ricordiamo più, ma quella di quest’anno la ricorderemo. Anche la Quaresima 2020, al pari delle altre, è stata un periodo benedetto e fecondo, perché non c’è luogo e non c’è tempo in cui Dio non sia all’opera. Dio è sempre con noi, noi semmai non siamo sempre con Lui. Ma veniamo al venerdì santo di oggi 10 aprile: è un venerdì che chiede una particolare comunione col dolore dell’umanità, specie con il dolore dei poveri e dei senzatetto. Coloro che mendicano lungo la strada si ritrovano ancor più soli, perché non possono più chiedere l’elemosina. Coloro che vivono e dormono in strada o sotto i ponti si meravigliano quando sentono dire ‘vi chiediamo di non uscire dalle vostre case, restate in casa’, perché loro, non avendola, non possono restare in casa.

Omelia di Mercoledì 25 Marzo 2020 - Solennità dell'Annunciazione, Anno A

Non temere Maria! Ecco alcune parole, tra l’altro molto attuali, del vangelo di questa S. Messa. Non avere paura, Maria!
> Non so se lo sappiate, i biblisti hanno contato quante volte nella Bibbia ritorna l’espressione non avere paura! Ne è venuta fuori una cifra molto curiosa, fin misteriosa: 365 volte, proprio come 365 sono i giorni dell’anno. E’ come se ogni giorno la Parola di Dio raggiungesse il nostro risveglio mattutino con questo particolare buon giorno da parte di Dio: non avere paura! Tutte le mattine Dio ci dice: non avere paura! Parole che possiamo rendere così: non gettare la spugna; non accettare di arrenderti; sappi che il mondo è destinato a precipitare in Dio, non nel baratro. E perché Dio non ci vuole nella paura? Ma perché la paura è più contagiosa di un virus, la paura rende egoisti, ti fa ripiegare. Se hai paura sei bloccato e non vai avanti, se hai paura non ti sposi, non ti fai prete, non inizi nessuna avventura, non fai nessuna scelta coraggiosa.

Omelia di Domenica 15 Marzo 2020 - III Domenica di Quaresima, Anno A

Sono molto contento, pur trovandoci in un periodo di ‘stop’ alle celebrazioni, di potervi dire qualcosa del bel Vangelo di questa 3^ domenica di Quaresima. Il Vangelo è iniziato così: Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunse una donna ad attingere acqua, a cui disse: ‘Dammi da bere’. Gesù dunque quel giorno era stanco, si appoggiò a quel pozzo presso cui arrivò nell'ora più calda della giornata, nella brulla Samaria. C’era calura, afa e aveva sete. In quello stesso momento arrivò lì ad attingere acqua una donna a cui Gesù fece una richiesta di 3 parole: dammi da bere. Pensate, una donna esce di casa ad attingere acqua per poi fare ritorno al villaggio, arriva al pozzo col pensiero della sua casa, delle sue faccende e dei suoi problemi. Ha il tempo calcolato, i suoi programmi e d’un tratto si sente rivolgere una richiesta da parte di un uomo che tra l’altro non le avrebbe dovuto rivolgere la parola, stando alle regole del tempo. Questi i fatti.

Omelia di Domenica 08 Marzo 2020 - II Domenica di Quaresima, Anno A

Sono molto contento, pur trovandoci in un periodo di ‘stop’ alle celebrazioni, di riuscire ugualmente a dirvi qualcosa sul Vangelo di questa 2^ domenica di Quaresima. Il Vangelo è Gesù che ci parla. Il brano di questa domenica ci ha riferito che Gesù un giorno chiese a 3 dei suoi amici - Pietro, Giacomo e Giovanni - di accompagnarlo su un monte. E lassù cosa fece? Si trasfigurò, cioè divenne luminoso, angelico. Gesù in quel modo volle mostrarsi nella sua divinità e così fece gustare ai suoi amici un assaggio di Paradiso. Ora, tra i diversi spunti di riflessione che il brano offre, ne colgo uno, è contenuto in queste parole: Pietro disse: Signore facciamo qui 3 capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. Ho detto tra me e me: perché non facciamo nostra l’idea di Pietro? Perché non costruiamo pure noi 3 capanne: una per Elia, una per Gesù e una per Mosè, in senso metaforico s’ intende.

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