Omelia di Domenica 6 gennaio 2023 - Solennità dell'Epifania del Signore

Questa mattina vi racconto una fiaba dal titolo Il 4^ dei Re Magi. Parlare di 4 Re Magi non è fuori luogo perché è stata la tradizione a parlare di 3, con tanto di nomi di ciascuno, ma di per sé il testo evangelico dice solo ‘alcuni Magi’. Questo 4° sapiente veniva dall’Asia settentrionale ed era il più gentile e il più generoso della squadra. Per Gesù aveva predisposto, come doni, tessuti di lino purissimo, miele, perle pescate nelle acque limpide dei suoi fiumi. Ma nel recarsi a Gerusalemme con gli altri 3, cominciò a rallentare, perché s’imbatté con dei bisognosi, a cui non riuscì a non dare soccorso.

(31 dicembre)
Mi son chiesto: con che parola, con che pensiero possiamo concludere l’anno? Per rispondere ho dato uno sguardo ai testi della presente liturgia e l’occhio s’è fermato sull’appellativo ‘consigliere’ attribuito a Gesù. Nell’antifona d’ingresso abbiamo detto: è nato per noi il Signore. Il suo nome è Consigliere mirabile. Non avevo mai dato peso a queste 2 paroline: consigliere mirabile. Ho subito detto: Gesù se hai consigli mirabili, ti prego, trasmettimeli, perché ne ho bisogno come l’aria che respiro.

Dopo aver annunciato il ritorno del nostro Presepe, dopo due anni di assenza a causa del Covid, molte persone hanno chiesto di poterlo visitare al di fuori degli orari delle Messe, perché non riescono a partecipare alle funzioni o semplicemente perché vorrebbero prendersi il tempo di osservare con calma il Presepe con tutti i suoi piccoli dettagli.

Per questo motivo è stata decisa un’apertura straordinaria a partire da domani 1 gennaio e fino al 6, tutti i giorni dalle 15 alle 17.
Approfittate di questa opportunità, non ve ne pentirete.
Vi aspettiamo!!

Quelli del Presepe


Un presepe che insegna la vita

 

Omelie Natalizie

(Messa della notte)
Ogni anno mi preparo al Natale meditando alcuni testi di autori spirituali. Uno di questi, che per me è tra le eccellenze di questi ultimi decenni, è il tedesco Dietrich Bonhoeffer. Si batté con coraggio contro il regime nazista. Imprigionato nel 1943, riuscì ugualmente a far uscire dal carcere testi e lettere, dal contenuto straordinario. Era in isolamento in una cella sudicia senza che nessuno gli rivolgesse la parola. Fu impiccato il 9 aprile 1945, dopo un processo sommario. Aveva 39 anni.

Gli ultimi due anni ci hanno stravolto, cambiato e insegnato. L’arrivo della malattia, con l’isolamento, ci ha privato delle nostre azioni quotidiane, quelle semplici e scontate ma che ci facevano vivere la nostra normalità.

Ci hanno cambiato perché abbiamo imparato a trovare altri equilibri, a cercare di salutarci, parlarci e capirci anche solo con uno sguardo. Ci hanno cambiato perché ci hanno portato via persone che avevano lasciato il segno sul nostro cammino… e noi non volevamo.

Ma due anni ci hanno anche insegnato: ad aspettare, ascoltare e aiutare. A riscoprire il significato dei piccoli gesti.

Allora è qui che arriva il nostro Presepe. Finalmente dopo due anni possiamo e dobbiamo fermarci a visitarlo senza dare niente per scontato. E’ stata gioia costruirlo.

Ormai lo conoscete: su uno sfondo tipicamente montano sono rappresentati i duri lavori di un tempo e le attività sono scandite dal susseguirsi del giorno e della notte. La vista del visitatore spazia dal lontano pascolo sul fondo del villaggio fino al deserto. Imponente, al centro, scorre il grande fiume, le acque portano vita in tutta la valle. Gli alberi crescono alti e rigogliosi. Il visitatore non può che mettersi in cammino sul sentiero che attraversa l’intera scena, attento alle condizioni meteo che cambiano. Ad un tratto la notte ci avvolge e perdiamo i tanti riferimenti che avevamo durante il giorno. L’apparizione dell’Angelo, però, ci indica la via. Allora attraversiamo il grande ponte e ci troviamo davanti all’imponente grotta.

Scopriamo allora che durante il nostro cammino non siamo mai stati soli. Come i pastori fissiamo lo sguardo sul piccolo Bambino lasciandoci toccare e trasformare dalla sua logica d’amore. Fermiamoci e con lo sguardo ripetiamo il percorso fatto, senza perderci nessuno dei tanti piccoli e scontati dettagli.

Buon cammino!


Quelli del Presepe

 

 

Omelia di Domenica 18 dicembre 2022 - IV Domenica di Avvento; Anno A

Questa mattina vi parlo di Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù. Il Vangelo lo ha definito uomo giusto. Proviamo a scoprire perché viene definito così.
* Parto dalle parole l’Angelo: Non temere Giuseppe di prendere con te Maria tua sposa. Il bimbo che è in lei viene dallo Spirito Santo. Giuseppe come reagisce a queste parole? Così: Giuseppe fece come gli aveva detto l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Ora, io dico: Giuseppe, accettando il concepimento verginale di Gesù, è diventato l’uomo dell’amore che tutto crede, per dirla con S. Paolo, l’uomo dell’amore allo stadio eroico. Giuseppe, avendo con sé una sposa che doveva rimanere consacrata a Dio, scelse un amore non fecondo. L’amore sponsale di Giuseppe fu un amare senza possedere.