Omelia di Domenica 28 maggio 2023 - Pentecoste, Anno A

Come domenica scorsa, io e don Daniele oggi teniamo un’omelia in due parti: una sulla festa importantissima di oggi - Pentecoste - e, una seconda, sul valore del Consiglio Pastorale, che domenica prossima verrà rinnovato, grazie al vostro voto.
- Festa di Pentecoste, dunque, ovvero festa dello Spirito santo. Abbiamo appena sentito queste parole: Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Commento questa frase della liturgia con le parole del card. Martini.

Omelia di Domenica 21 maggio 2023 - Ascensione del Signore, Anno A

Quest’oggi io e don Daniele facciamo un’omelia di due parti. Sarà così anche domenica prossima.
Oggi è la domenica dell’Ascensione di Gesù al Cielo. La prima lettura della Messa ci ha riferito di quest’ultimo atto della vita terrena di Gesù. Risentiamo il testo: “Mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo.”

Omelia di Domenica 14 maggio 2023 - VI Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A

Se mi amate osserverete i miei comandamenti: così si apre il Vangelo di questa domenica. La prima parolina è se (se mi amate). Se sta per se vuoi/se credi, una parolina volta a lasciare liberi coloro cui è rivolta. Gesù non dice: dovete amarmi! Lui non minaccia, non costringe, ognuno può aderire a lui come anche rifiutarlo. Il cristianesimo è libertà, non costrizione. E però occorre intendere bene questo se mi amate. Quante volte usiamo queste parole con i nostri figli, con i nostri familiari, con il nostro partner, per metterli alla prova o per ricattarli. Se davvero mi vuoi bene, dovresti... Se davvero a me tieni, devi...

Omelia di Domenica 7 maggio 2023 - V Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A

Questa mattina abbiamo davanti una delle pagine più belle del Vangelo, una pagina che ci riporta all’ultima cena di Gesù. Il Signore era attorniato dai suoi amici, i quali erano tristi per quanto stava per accadere al loro Gesù. E fu per questo che lui usò parole cariche di fiducia e speranza. Una delle cose che disse e che abbiano appena sentito fu: non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Qui la parola ‘fede’ sta per ‘fiducia’. Gesù è come se avesse detto: è vero, stanno per accadermi cose molto gravi, ma vi prego, mantenetevi fiduciosi. Con queste parole, Gesù ci conduce nel cuore del tema della fede, che è la fiducia.

Omelia di Domenica 30 aprile 2023 - IV Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A

Siamo nella domenica del “buon pastore”. Nel versetto dell’alleluia abbiamo sentito queste parole di Gesù: io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Fin da piccolo ho trovato questa definizione che Gesù dà di sé, molto bella, anche se io, più che io sono il buon pastore, avrei invertito le parole: io sono un pastore buono, una dicitura che mette più in risalto l’affetto e la paternità di Gesù. Per la mia omelia, ho pensato di lasciarmi ispirare da una riga del nostro brano, quella in cui di Gesù, pastore buono, si dice: egli chiama le sue pecore ciascuna per nome.

Omelia di Domenica 23 aprile 2023 - III Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A

Inizio con l’ambientare il Vangelo che abbiamo appena ascoltato. Siamo nel pomeriggio del giorno di Pasqua, Gesù è appena risorto. Ci sono due suoi discepoli, in cammino verso casa. Erano di Emmaus. Sono delusi perché Gesù non è risorto, la notizia della risurrezione, a loro non era ancora giunta. E cosa accade? Che Gesù stesso nelle vesti di un viandante forestiero si affianca a loro e con loro fa una lunga conversazione, quella che abbiamo appena sentito.

Omelia di Domenica 16 aprile 2023 - II Domenica del Tempo di Pasqua, Anno A

Puntualmente ogni anno il Vangelo della domenica dopo Pasqua c’invita a riflettere su Tommaso, che io chiamo l’apostolo del coraggio. Gli apostoli non erano un gruppo omogeneo, Tommaso ad esempio si distingueva perché amava pensare con la sua testa, dire la sua apertamente, a costo di rimanere isolato dagli altri. Ed è proprio questa sua caratteristica che voglio approfondire.

Giovedì santo
In questa mia omelia ho pensato di lasciarmi ispirare da tre elementi presenti nel testo evangelico: l’acqua, i piedi, l’asciugatoio. L’acqua è quella usata da Gesù per lavare i piedi, i piedi sono quelli dei 12 apostoli, l’asciugatoio è l’indumento che Gesù si cinse in vita per asciugare i piedi.
Comincio dall’acqua
Commento questo primo elemento con le mirabili parole di Madeleine Delbrel: Gesù, se dovessi scegliere una reliquia della tua passione prenderei proprio quel catino colmo d’acqua sporca. E con esso girerei il mondo. Ad ogni piede mi fermerei, mi cingerei con l’asciugatoio, mi curverei giù in basso, non alzando mai la testa oltre il polpaccio, per non distinguere gli amici dai nemici, in modo da lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato, del malato, del carcerato, di chi non mi saluta più, di quel compagno per cui non prego mai, in silenzio, col desiderio che tutti possano cogliere nel mio amore, il tuo amore.

Omelia di Domenica 2 aprile 2023 - Domenica delle Palme, Anno A

Abbiamo ascoltato due brani di vangelo: prima della Messa quello dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e appena adesso quello del racconto della passione e crocifissione di Gesù. Proviamo a metterci nei panni di Gesù, il quale nell’entrare in città sapeva di andare incontro alla morte e, proprio per questo, aveva cuore e mente fissi su Dio Padre. In quel momento l'unico suo desiderio era di compiere fino in fondo la volontà di Dio, portando a termine, a prezzo della vita, la missione di salvatore dell’umanità.
Da quest’atteggiamento di Gesù possiamo trarre due lezioni di vita.
* La prima: Gesù è stato un uomo, che, nelle scelte fatte, ci ha creduto fin dall’inizio.. fino alla fine.
* La seconda lezione la traggo da una frase di un eroe del passato, che sapendo di essere prossimo alla morte, disse: Se io muoio, non piangere per me, piuttosto fai quello che ho fatto io e così continuerò a vivere in te. Perché non facciamo altrettanto noi con Gesù? In questo modo gli consentiremmo di essere sempre Lui ad agire attraverso di noi, per il bene nostro e di tutti.