Omelia di Domenica 18 agosto 2024 - XX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Nell’omelia di questa mattina vorrei tener presente il Vangelo di questa domenica e delle tre precedenti. E’ infatti la quarta domenica consecutiva che Gesù nel Vangelo si definisce pane. Queste le sue espressioni: pane vivo, pane di vita, pane disceso dal Cielo, pane di vita eterna. Qualcuno ha commentato così: Sono così numerose le persone nel mondo che hanno tanta fame, che Dio ha pensato bene di presentarsi in forma di pane. Quando in una casa manca il pane, manca la speranza e quando manca la speranza, manca il futuro. Il pane lungo i secoli è diventato un simbolo: è diventato il pane della speranza, il pane del coraggio, il pane eucaristico. Faccio notare però che nei Vangeli di queste domeniche, Gesù, definendosi pane, non lo fa in riferimento all’Eucarestia, ma più in generale a Lui come realtà nutriente. Il cibo infatti non è l’unica realtà nutriente.

Omelia di Giovedì 15 agosto 2024 - Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Oggi è la festa della donna più importante della storia, Maria di Nazareth. Maria non è un essere divino, è una creatura ma è la più mirabile delle creature. Donna tra le donne, madre tra le madri, accudì come ogni mamma, il suo bambino, lo nutrì al suo seno, lo allevò con la cura e l’affetto che sono propri di tutte le madri. Anche lei un giorno lo vide partire da casa, provando lo stesso struggimento delle madri quando vedono i figli abbandonare il nido familiare e andarsene per il loro destino. E come le madri più sagge, anche lei lo seguì col suo pensiero quotidiano, silenziosa e discreta, restando nell’ombra e in disparte, per ritornargli accanto nell’ora della sofferenza e della morte.

Omelia di Domenica 11 agosto 2024 - XIX Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Scorrendo le tre letture della Messa, colpisce la figura del profeta Elia (prima lettura). Colpisce perché se è vero che Elia fu il più grande dei profeti/il padre dei profeti, pure lui ebbe i suoi avvilimenti e le sue crisi. Risentiamo il testo: Desideroso di morire, Elia disse: Ora basta, Signore! Prendi la mia vita. E’ un modo per dire: non ce la faccio più, per me è meglio morire che vivere così. Sentiamo dire a volte: Ma che vita è mai questa mia vita! Non ce la faccio più a reggerla!  Non credevo che fosse così faticoso vivere! Mi vien in mente una frase del vescovo Massimo Camisasca: nella vita ci cono alcune soddisfazioni e tante tribolazioni.

Omelia di Domenica 28 luglio 2024 - XVII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Tanti anni fa, c’era un ragazzo, ebreo, molto sveglio e intraprendente. Era da mesi che sentiva parlare di un certo Gesù di Nazareth. Ne sentiva parlare come di un uomo speciale, fascinoso, che nel parlare incantava. Beh, un bel giorno si venne a sapere che Gesù era nei paraggi e lui allora non volle assolutamente perdersi quest’occasione. Disse: Lo voglio vedere! Anche per poter dire agli amici: Io l’ho visto! Essendo un ragazzo organizzato e previdente, e sapendo che Gesù non era proprio dietro l’angolo ma che c’era un pezzetto di strada da fare (come da qui a Calerno), si fece dare dalla mamma un pò di merenda. Partì e in una ventina di minuti arrivò dove era Gesù; c’era già tantissima gente. Pian piano si fece spazio e riuscì ad arrivare fin in prima fila, addirittura a pochi metri da Gesù. Era contento e trepidante. Mentre Gesù parlava, diceva tra sé e sé: Ma che belle cose dice! Quando Gesù ebbe finito, lui, essendo lì vicino, riuscì a udire questa frase di Gesù: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Sentendo così, il ragazzo tirò per il vestito uno degli amici di Gesù - Andrea - per dirgli che lui un pò di cibo l’aveva. Andrea vide cosa aveva (5 pani e 2 pesci), ma lì c’erano migliaia di persone a cui dare da mangiare. Andrea comunque riferì la cosa a Gesù: Gesù, c’è qui un ragazzo che dice d’avere 5 pani d’orzo e 2 pesci; ma che cos’è questo per tanta gente? Ed ecco la sorpresa: Gesù disse che quei 5 pani e 2 pesci gli andavano benissimo e chiese che gli venissero portati. Se ne servì per fare il miracolo e sfamare così tutta quella gente.
> Ecco con mie parole il Vangelo di quest’ultima domenica di luglio. Se con 5 pani e 2 pesci Gesù riuscì a sfamare migliaia di persone, e cioè se dal poco seppe ricavarci il molto, beh, pure la vita cristiana procede così. Due esempi tra i tanti.
- Nel 3° sec. d.C., in Egitto, colui che poi diventò S. Antonio abate, entrando per caso in una chiesetta e sentendo le parole del Vangelo Và, lascia tutto e poi vieni e seguimi, rimase come folgorato. Uscì di chiesa, seguì subito alla lettera quelle parole evangeliche e divenne quel santo straordinario che tutti sappiamo. Aveva vent’anni. Il frutto di soli dieci minuti in chiesa fu una vita intera tutta dedita a Dio.
- Secondo esempio. Qualche anno fa, durante un incontro in una parrocchia (non la nostra) un giovane chiese: Se io volessi cambiare questa mia vita un po’ troppo banale, cosa dovrei fare? Il prete presente così disse: Ti rispondo dicendoti quel che è accaduto a me. Ero appena ventenne, visitai un reparto oncologico per bambini. Uscendo, ho pianto. Quel giorno decisi di fare il prete. Anche qui, il frutto di una sola mezz’oretta in un reparto di oncologia per bambini è stata una vita interamente dedicata a Dio e al bene.
> Che conclusione tirare? Questa: noi crediamo in un Gesù che alla divisione preferisce la moltiplicazione. Quindi, se gli mettiamo a disposizione quel poco che siamo e abbiamo, lui può farne una cosa grande.

Signore, il grazie di coloro che tu sfamasti con appena 5 pani e 2 pesci, è anche il
nostro grazie per tutte le moltiplicazioni d’amore e di fede che operi nelle nostre vite.

 

Omelia di Domenica 7 luglio 2024 - XIV Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Il Vangelo di questa domenica mette in fila cinque domande. Le fecero i compaesani di Gesù su Gesù: Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi? Si tratta di domande un po' pungenti. Forse la più significativa è la quarta: non è costui il figlio del falegname? Vediamo cos’era successo.

Omelia di Domenica 23 giugno 2024 - XIII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Certe pagine del Vangelo non son facili da commentare. Ricordo che quand’ero parroco a Reggio c’erano alcuni non vedenti che venivano a Messa la domenica. E le volte in cui il vangelo riportava la guarigione di un cieco da parte di Gesù, io ero a disagio perché temevo che pensassero: quei ciechi furono guariti da Gesù, perché noi no? Forse che Gesù fa differenze? Stessa cosa mi sta accadendo in questa domenica, dove il Vangelo ci ha parlato di una bimba, dodicenne, morta, che Gesù risuscitò.

Omelia di Domenica 23 giugno 2024 - XII Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Se avete fatto caso, nell’episodio che ci ha narrato il Vangelo, tre domande s’incrociano: una è degli apostoli (Maestro, non t'importa che siamo perduti?), due sono di Gesù (Perché avete paura? Non avete ancora fede?). Stupisce la domanda di Gesù perché avete paura? perché vien da dirgli: Ma Gesù, tu e i tuoi amici stavate affondando, la paura ci stava tutta. A un’obiezione così, Gesù avrebbe risposto: Ho voluto cogliere quell’occasione molto pericolosa per verificare il grado di fiducia in me da parte dei miei apostoli. E’ vero, quel giorno la tempesta era forte e minacciosa, ma agli apostoli doveva bastare sapermi lì con loro. Lo dobbiamo dire: Gesù in questa quarta domenica di giugno ci chiede tanto, ci viene a ricordare che fede è fidarsi di Lui, sempre, ovunque e comunque.

Omelia di Domenica 16 giugno 2024 - XI Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Un uomo getta il seme nel terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Sono le parole di Gesù appena udite nel Vangelo.

Omelia di Domenica 9 giugno 2024 - X Domenica del Tempo Ordinario, Anno B

Per capire bene il vangelo di questa domenica, occorre una premessa. Siamo in Palestina. A un certo punto cominciò a far parlare di sé un predicatore di nome Gesù, che diceva e faceva cose molto diverse dai suoi colleghi rabbini, entusiasmava tanti ma sconcertava anche. E allora dal Sud, dalla Giudea venne una commissione del Sinedrio di Gerusalemme a indagare sull’ operato di questo nazareno. Dal nord invece, dalla Galilea arrivarono i parenti di Gesù, per portarselo a casa, viste le novità troppo dirompenti che stava annunciando. Sembrava una manovra a tenaglia di autorità religiose da una parte e parenti dall’altra, contro il “fuorilegge” Gesù. I parenti di Gesù quasi si vergognavano di avere un parente così. Rileggo il v. evangelico: uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». “Fuori di sé” era un modo per dire: è matto, non sta bene. Scusateci, adesso ve lo portiamo via. Ci siamo ben accorti che la cosa migliore è rinchiuderlo. Pensate, noi adesso circondiamo Gesù di onori, ossequi e di fiera appartenenza a lui, ma a quei tempi non c’era sempre  questo clima tutto positivo.